Sardegna Centrale, Confindustria: “Piano di rilancio o è la fine”

Allarme di Confindustria sulla crisi economica, demografica e sociale della Sardegna centrale. “Da oltre due anni Confindustria ha denunciato in tutti i modi possibili, e quasi in solitudine, le conseguenze devastanti prodotte sul da una serie di criticità che si sovrappongono alla gravissima crisi economica – scrive in una nota Roberto Bornioli, presidente di Confindustria Sardegna Centrale -.  Effetto clessidra, spopolamento, degrado infrastrutturale, solitudine delle imprese, pericoli derivanti dalle riforme in atto. Temi che abbiamo evidenziato con insistenza in numerosi convegni, conferenze stampa, interventi sui media, dossier, dibattiti pubblici, incontri con istituzioni e politici. Nuoro è la 5° provincia italiana più colpita dalla crisi”.

Bornioli sintetizza lo stato dell’arte in sei punti: “Stato e Regione hanno smesso di programmare interventi a favore della Sardegna Centrale e continuano a concentrare risorse e attenzioni solo verso i poli forti a nord e a sud dell’isola. È “l’effetto clessidra”: i piani di sviluppo, gli investimenti, le infrastrutture, i fondi europei vengono indirizzati prevalentemente verso poche aree regionali, lasciando agli altri territori solo le briciole; le principali aree industriali e le aree PIP sono in un pietoso stato di degrado e incuria, prive spesso di infrastrutture e servizi essenziali. Manca il metano, a volte l’acqua e internet veloce. Strade, illuminazione, linee telefoniche e depuratori sono carenti. Fatto 100 l’indice infrastrutture Italia, quello regionale vale 50, quello provinciale invece solo 20; le imprese sono sole, stremate dalla recessione, paralizzate dalla burocrazia, tartassate dalle tasse, prive di infrastrutture e servizi, rese non competitive da elevati costi di energia e trasporti. Spesso nessuno le ascolta. Questa “solitudine delle imprese” incide fortemente sulla loro fiducia e sulla volontà di “resistere”; nelle nostre zone interne, è in atto un costante processo di spopolamento, anche in termini di imprese: si stima che al 2020 il reddito delle famiglie calerà del 15% e già oggi il 70% delle imprese è insediato sulle coste. Nel 2013, in provincia di Nuoro il tasso di disoccupazione reale si attesta al 25%, quella giovanile supera il 50%. La crisi dunque non è solo economica ma anche demografica e sociale; Stato e Regione hanno in itinere pericolosi processi di riforma che comportano un irreversibile smantellamento della pubblica amministrazione e di servizi essenziali per imprese e cittadini. I tagli lineari colpiscono scuola, sanità, uffici pubblici e forze dell’ordine. A Nuoro, che perderà la Provincia, sono a rischio Prefettura, CCIAA, Questura, Tribunale e altri servizi. Sono in forte pericolo molti presidi culturali, dall’Università all’Ailun, dal Man al museo Nivola all’ISRE, dal Trenino Verde alla Fiera del Libro a Macomer; per effetto della crisi dell’apparato produttivo, dello smantellamento di quello pubblico e dell’effetto clessidra, i principali centri della Sardegna Centrale, Nuoro, Macomer e Siniscola, hanno perso centralità e sembrano avviati verso un inesorabile declino”.

“In gioco – conclude Bornioli – c’è il futuro di questo Territorio che necessita di un immediato cambio di rotta e di interventi concreti. Come Confindustria, abbiamo predisposto – insieme ai Comuni, alla Provincia, ai sindacati e alle altre associazioni di categoria – un Progetto di rilancio. Perché non c’è più tempo: o si agisce subito o l’emergenza diventerà cronica. Il Territorio unito attende la convocazione dell’incontro, chiesto ad agosto al presidente Pigliaru che abbiamo chiamato qui a Nuoro per aprire un Tavolo di confronto con la Regione”.

 

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