Franchising contro la crisi. Ovvero, affiliarsi a una “casa madre” per superare la paura di mettersi sul mercato. I vantaggi sono soprattutto legati al fatto che non si comincia da zero e i tempi di apertura sono più veloci. Sono questi i temi affrontati questa mattina nel corso di un convegno organizzato dalla Confesercenti provinciale di Cagliari e illustrati dai vertici dell’associazione. Ma anche da imprenditori che hanno già sperimentato con successo il sistema franchising dagli anni scorsi. “La crisi che ha colpito il mondo del lavoro – ha spiegato
Ivan Scarpa, Sportello franchising di Confesercenti – ha in qualche modo convinto molte persone a mettersi in gioco e a fare impresa”.
Le case madri – secondo quanto emerso questa mattina – in Italia sono circa ottocento, in Sardegna soltanto sette. “Un consiglio ai franchisor – ha detto Giuseppe Vargiu, dal 1989 nel settore con Infobroker, ora Italybureau – gli affiliati spesso è più facile trovarli all’estero”. Uno dei mercati ritenuti più interessanti è quello svizzero. “Anche la Spagna – ha spiegato Alessia Litarru, sportello Franchising – può essere considerato un mercato potenzialmente ricettivo. Naturalmente negli Stati Uniti, dove tutto è nato, il franchising continua ad andare molto bene”. Un fenomeno che negli anni sta cambiando aspetto: prima era associato al grande marchio nazionale o internazionale. Ora anche il produttore locale di dolci tipici o di servizi può creare “clonazioni”. E cioè nuovi imprenditori e posti di lavoro.
“Il ruolo di Confesercenti – ha detto il direttore Nicola Murru – è quello di accompagnare gli imprenditori soprattutto nelle fasi iniziali. Anche con i consorzi Fidi, importanti per sostenere i primi passi”. Franchising anche per il “food”. “La mia azienda – ha detto Attilio Murru, Pane Dolce – non è nata pensando al franchising. L’idea era quella di unire prodotti da forno con caffetteria e ristorazione veloce. Il franchising continua ad essere una delle possibilità più favorevoli per costruire il futuro della propria impresa. In Sardegna si può fare senz’altro di più: i progetti che nascono nell’Isola possono sicuramente andare bene in Italia e all’estero”. Cibo, ma anche servizi: dall’informatica all’animazione per bambini.