La Coldiretti marcia su Cagliari: domani, dalle 9,30, pastori e agricoltori arriveranno coi trattori in città per chiedere “immediato pagamento dei contributi” a compensazione del crollo dei prezzi, sia del latte che del grano. L’appuntamento è davanti al palazzo della Regione in viale Trento. Poi il corteo si sposterà sino al Consiglio regionale di via Roma. Alla manifestazione non aderisce invece il Movimento dei pastori guidato da Felice Floris.
La conferma della manifestazione Coldiretti è arrivata oggi, dopo che ieri il vicepresidente della Giunta, Raffaele Paci, aveva convocato un ultimo tavolo per tentare la mediazione ed evitare la piazza. Ma la Coldiretti non si è presentata e per domani ha annunciato che in migliaia saranno domani a Cagliari.
Lo scontro tra l’associazione e la Regione ruota intorno alle cifre: la Coldiretti ha chiesto 40 milioni e contesta il fatto che la risoluzione delle tredici azioni messa a punto dalla commissione Agricoltura “sia sbilanciata sulla trasformazione” e non sulla produzione. Paci ha fatto notare che i 40 milioni sollecitati “non siano compatibili con la Finanziaria”, sebbene spetti al Consiglio regionale lo stanziamento delle risorse. C’è poi il problema della destinazione dei fondi stessi. Il vicepresidente della Giunta ha osservato che i contributi diretti ai pastori, come chiesto dalla Coldiretti, possono essere “oggetto di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea“. Il rischio è che vengono considerati da Bruxelles come aiuti di Stato.
La richiesta di contributi segue al crollo dei prezzi: il latte è sceso sotto i 60 centesimi al litro e ugualmente quello del grano è molto basso. La Coldiretti lamenta poi “il ritardo nei pagamenti dei premi comunitari, così come i continui rinvii dei bandi del Piano di sviluppo rurale 2014-2020”. Ugualmente “l’accesso al credito e i costi dell’acqua” sono considerati da pastori e agricoltori un freno alla produzione. Chiesti anche “il riconoscimento dello stato di calamità per la siccità del 2016 e la nevicata dello scorso gennaio”.
Per fermare la protesta di domani non è bastata nemmeno l’istituzione di Oilos, l’organizzazione interprofessionale del latte ovino sardo. Sullo sfondo l’assenza di dati sulle produzioni, sulle quantità di latte prodotto. Paci ha detto: “Per fare una programmazione seria e creare la fiducia fra produttori e trasformatori, serve conoscere i numeri“. Il vicepresidente della Giunta ha poi ricordato che “si può stabilizzare il mercato del pecorino romano autoregolamentando le quantità delle stesse produzioni, soprattutto per quelle Dop. Sul latte ovino – ha continuato Paci – la Sardegna può condizionare il prezzo anche a livello nazionale”.
Per la crisi del comparto sardo è sceso in campo anche il Governo, attraverso il ministro per l’Agricoltura, che ha individuato un piano in tre punti: leggi qui.