Portovesme srl, spiragli sul riavvio della linea zinco. Cgil: “Apertura timida dell’azienda”

Quasi 4 ore di incontro a Roma, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, per il primo tavolo tecnico sulla Portovesme con il gruppo di lavoro che vede la partecipazione di 6 rappresentanti sindacali, due dell’azienda e due del Mimit, uno rispettivamente per la Regione Sardegna e Confindustria. Il tavolo si riunirà di nuovo il 30 maggio prossimo, sempre in presenza a Roma, a partire dalle 14.30.

La novità, riferiscono le sigle di categoria, riguarda la disponibilità da parte dell’azienda di esplorare un eventuale riavvio della sola linea zinco. “Una timida apertura – chiarisce Emanuele Madeddu, segretario generale Filctem Cgil Sardegna Sud occidentale – emersa nella seconda parte dell’incontro ma importante per il futuro dello stabilimento”. La Glencore, tuttavia, è interessata a un nuovo progetto pilota di riconversione della produzione della Portovesme per il quale, appunto, è stato deciso un approfondimento, per capirne la fattibilità, con l’apertura del tavolo tecnico al Mimit.

Si tratta di un progetto che vedrebbe la luce non prima della fine del 2026 o inizio 2027 con l’impiego delle materie prime (nichel concentrato) per le batterie elettriche. C’è però il problema della black mass, la materia prima ricavata dal riciclo delle batterie, ricca di metalli quali litio, manganese e cobalto, considerata dall’Ue come rifiuto pericoloso. Serviranno quindi nuove regole ambientali che consentano di riutilizzare questo materiale e favorire così un’economia circolare per la produzione delle batterie.

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