Portovesme srl, prosegue la protesta degli operai sulla ciminiera. Governo convoca tavolo

Dopo la clamorosa protesta degli operai è arrivata la convocazione urgente a Roma dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso. La vertenza Portovesme srl sarà affrontata venerdì 3 marzo alle 10 insieme alla sottosegretaria delegato alle crisi industriali, Fausta Bergamotto, con rappresentanti della Regione Sardegna, istituzioni locali, azienda e parti sociali. Lo comunica il ministero. Ma i quattro operai sulla ciminiera a 100 metri di altezza hanno deciso di rimanere lì anche questa notte. Sono attrezzati con sacchi a pelo, tende e alcune vettovaglie.

I quattro operai sulla ciminiera a 100 metri di altezza nell’impianto della Portovesme srl, nel Sulcis, hanno deciso di rimanere in protesta per questa notte. Sono attrezzati con sacchi e pelo, tende e alcune vettovaglie. E’ quanto apprende l’ANSA. Intanto è in corso l’assemblea degli operai dell’impianto e delle ditte d’appalto sulla convocazione di venerdì a Roma. Non si sa ancora se nelle prossime ore potrebbe esserci ulteriori decisioni su come proseguire nella protesta.

Dopo l’arrivo della notizia del tavolo a Roma, si è tenuta un’assemblea dei lavoratori nel sito industriale di Portoscuso. I sindacati hanno informato gli operai di questo nuovo confronto, in contatto con i quattro lavoratori che si sono asserragliati sulla ciminiera per cercare di scongiurare la fermata degli impianti che mette a rischio 1.300 buste paga tra operai diretti e delle ditte d’appalto. Poi la decisione di proseguire la protesta.

Oggi l’intesa del 23 gennaio scorso con la quale la Portovesme srl aveva sospeso l’avvio della procedura di cassa integrazione in attesa di trovare un’intesa sul prezzo dell’energia. “Sinora ci sono stare delle interlocuzioni su questo tema ma non si è arrivati a risultati che potessero portare a una soluzione”, conferma all’Ansa l’amministratore delegato, l’ingegnere Davide Garofalo. “Domani – osserva – entra in vigore l’accordo fatto con i sindacati dei chimici in cui è prevista la cassa integrazione che viene effettuata a rotazione in tutto l’organico dello stabilimento (550 persone, ndr), con un meccanismo di solidarietà per preservare, da un lato, l’impatto economico sugli stipendi dei lavoratori e, dall’altra, la continuità de servizio delle aziende esterne”. Nel frattempo va a conclusione la fermata di alcuni impianti (la linea piombo) mentre alcune aree proseguono a lavorare al 100 per cento. “Da una parte siamo solidali con i lavoratori che protestano – aggiunge il Ceo – ma non possiamo approvare i metodi utilizzati perché si sta mettendo a rischio la sicurezza stessa dell’impianto che sottostà alla direttiva Seveso. Serve una presa di responsabilità dei lavoratori che stanno manifestando perché il tema è e deve essere ancora il caro energia, che è la causa della fermata e nient’altro”, conclude.

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