Portovesme srl, operai ancora sulla ciminiera: “L’impianto deve ripartire”

Cresce l’attesa a Portovesme, per l’incontro di oggi alle 10 in videoconferenza con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, al quale parteciperanno anche azienda, sindacati e Regione Sardegna, per trovare una soluzione al prezzo dell’energia.

A 100 metri di altezza è trascorsa intanto la terza notte per i quattro operai che sono asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss da martedì mattina, per protestare contro la fermata degli impianti a seguito degli alti costi dell’energia.

Una notte passata tra ansie e aspettative. L’incontro, infatti, rappresenta uno spartiacque per la vertenza energia che i lavoratori della Portovesme srl portano avanti da più di 18 mesi.

“Dalla riunione di oggi – dicono all’Ansa i quattro operai – ci aspettiamo che vengano poste le condizioni affinché lo stabilimento possa ripartire e tutti i lavoratori tornare in servizio”.

Ieri era intervenuta sulla vertenza anche a la vicepresidente del M5s, Alessandra Todde: “Bisogna intervenire subito: circa 1.500 dipendenti entrano in cig, a cui si aggiungono 60 licenziamenti e un rischio di disoccupazione per ulteriori 600 lavoratori dell’indotto. Ciò che sta accadendo non è accettabile”.

“Siamo al fianco dei lavoratori in lotta e dell’azienda che chiede sostegno e risposte – aggiunge -. La Portovesme srl da mesi denuncia una situazione legata ai costi dell’energia insostenibili per il mantenimento della produzione”.

L’ex viceministro dello Sviluppo economico attacca la Regione che, sostiene, “ha dichiarato in più sedi di avere contatti privilegiati con un governo amico e di avere la soluzione a portata di mano. Ovviamente – denuncia – niente è accaduto. Bisogna intervenire subito”.

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