I numeri drammatici del Nuorese: il 19 maggio sciopero di Cgil, Cisl e Uil

Fotografia del Nuorese che si avvia verso lo sciopero. Perché la disoccupazione che si attesta al 25,3 per cento – e quella giovanile intorno al 40 -; la chiusura di esercizi commerciali, botteghe e fabbriche risulta ugualmente al 40 per cento. E poi il continuo arretramento dello Stato su tutto il territorio, ma anche il sistema industriale smantellato quasi completamente, con un migliaio di ex dipendenti del settore tessile che entro quest’anno perderanno del tutto gli ammortizzatori sociali, diffusamente diminuiti nel territorio del 95,7 per cento. “L poche imprese che resistono annegano nelle difficoltà, tra infrastrutture inesistenti, costi dei trasporti insostenibili e alla base un costo dell’energia superiore del 30% rispetto a quello nazionale”, dicono i sindacati.

Ora la “tregua è finita”, fanno ancora sapere i confederali, si torna in piazza. Il 19 maggio sono convocati a Nuoro gli stati generali di Cgil, Cisl e Uil del centro Sardegna alla presenza del segretario nazionale della Uil
Carmelo Barbagallo, e con i leader regionali Michele Carrus, Oriana Putzolu e Francesca Ticca. Il territorio è in agonia, denunciano le organizzazioni dei lavoratori, serve un piano straordinario per il territorio.

“Non ci sono più tempi di attesa, un piano per il lavoro deve partire subito – ha detto la segretaria della Uil
nuorese Felicina Corda -. Per questo ci stiamo muovendo in maniera unitaria, vogliamo un pò di respiro immediato. Il Governo e la Regione ci devono dare risposte subito”. Così Michele Fele della Cisl: “Non possiamo essere la ruota di scorta delle vertenze regionali. Qui c’è una Sardegna a doppia e a tripla velocità, è ora di farci sentire. Nel tavolo del parternariato provinciale abbiamo elaborato i progetti prioritari, spetta alla Regione finanziarli nel più brave tempo possibile”. E Salvatore Pinna della Cgil ha rincarato: “Questo vuole essere un appello alla politica sarda e nazionale affinché diano risposte a un territorio che vuole programmare il presente e il futuro. Le priorità sono le infrastrutture, l’agroalimentare. Ma si deve partire subito”.

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