Mater Olbia, Qatar Foundation: “Ospedale pronto entro giugno 2017”

Il nuovo ospedale privato della Gallura, il Mater Olbia, verrà concluso entro giugno 2017, ma prima di allora la struttura verrà aperta in fasi: alla fine del 2016 è prevista la realizzazione del 55% dei lavori. Una data precisa della prima apertura, però, ancora non è stata fissata, anche se per il 27 aprile è prevista la visita in Sardegna di Rashid al Naimi, ceo della Qatar Foundation Endowment (Qfe), l’investitore privato che ritorna in Sardegna “per incontrare il presidente Pigliaru e le autorità e annunciare un altro progetto a supporto del Mater Olbia”.

La road map. Ad annunciare i tempi per la nuova struttura è stato il manager italiano della Qfe, Lucio Rispo. Al momento nell’ospedale privato alle porte di Olbia sono stati eseguiti poco più del 7% dei lavori. “L’ospedale è stato completamente ridisegnato, perché la realtà trovata all’interno era di gran lunga peggiore del peggiore degli incubi – ha spiegato il manager – il Mater Olbia sarà un centro di ricerca, un ospedale e un centro di educational e traning. Ma non può esser una cattedrale nel deserto, per questo abbiamo una visione globale di salute e ricerca, ma che guarda anche al turismo, trasporti e cultura in un insieme di ecosistema che ha una sintesi nel termine di economia della conoscenza”.

L’eccellenza. Secondo Rispo quello che entro l’anno verrà aperto nel Nord Sardegna sarà “il primo ospedale europeo e il secondo al mondo, interamente disegnato sulla medicina di precisione o personalizzata”, basata sulla “genimica e protenomica”, e per il quale a breve “verrà installato un laboratorio all’avanguardia per la diagnosi”. Attualmente circa un terzo dei 29.000 curriculum inviati per le assunzioni del personale sono già stati valutati e a breve inizierà la formazione con i responsabili della medicina generale che si occuperanno di telemedicina.

I lavori procedono spediti e nel cantiere del Mater Olbia lavorano “per lo più operai sardi, a parte qualche figura specializzata. Molte aziende locali sono state coinvolte e questo ha contribuito a innalzare il pil della città di alcuni punti: noi siamo i più grandi finanziatori della città di Olbia, e a oggi abbiamo speso più di quanto lo Stato italiano abbia speso nel post alluvione per questa città“. Non ha peli sulla lingua Lucio Rispo, che stasera, alle 16, interverrà in Consiglio comunale a Olbia. Non sono mancate bordate anche nei confronti delle amministrazioni locali, in particolare legate alla querelle giudiziaria sul possesso di alcuni terreni in cui si sarebbero dovuti realizzare i parcheggi della struttura. “Rifare le progettazioni ha creato costi enormi – ha spiegato -. In un Paese normale avremmo chiesto i danni, ma cosi non è stato”. Al momento l’occupazione media all’interno dl cantiere è di 81 maestranze di cui 69 sardi, ma a maggio 2017 salirà a 354, con 214 sardi. Quasi il 50% del materiale verrà acquistato in Sardegna. “Sino ad oggi abbiamo speso 200 milioni di euro tra terreni, materiali, e lavori – ha concluso – ora dovremo spendere circa 30 milioni per attività di Philips e Siemens e altri 20 per il sistema informativo”.

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