Marinai filippini reclutati illegalmente, un business per “Grimaldi e Bottiglieri”

Reclutavano marittimi filippini senza aver ottenuto l’indispensabile licenza operativa dall’Agenzia filippina per l’occupazione all’estero e, soprattutto, falsificando i documenti. Per questo i manager della True Alliance Shipping corporation sono stati denunciati dal National bureau investigation delle Filippine. Si tratta degli italiani Sergio Costantini e Maurizio Caselli e di Henry James Avecila, Judith Cabrera e Lucky Philip Cabrera, filippini. Secondo quanto riferito dalle autorità locali (qui la nota ufficiale), il reclutamento “era sotto il comando” delle compagnie italiane “Grimaldi e Giuseppe Bottiglieri” di Napoli, per il tramite della Oceanus Maritime Crewing service, che come ammesso da uno dei denunciati non è in possesso delle regolari licenze.

L’indagine è nata dopo la denuncia di Leopoldo Arcilla senior, presidente e direttore generale della Eagle Clarc shipping Philippines. In un lungo esposto, il manager ha accusato la True Alliance di utilizzare per il reclutamento l’agenzia Oceanus, anche grazie alla falsificazione di documenti e a false dichiarazioni.

Gli investigatori sono arrivati ai due armatori napoletani indagando su altre due compagnie, la Mama Shipping e la Marine Partners Monaco, impegnate a reclutare illegalmente il personale attraverso la Oceanus e per questo entrate a pieno titolo nell’inchiesta. A far da collante è l’amministratore delegato della Grimaldi Marine Partners ltd Marcello Pica, che ricopre anche i ruoli di presidente e amministratore delegato della Marine Partners Monaco e di consigliere delegato della Mama Shipping.

Il sospetto è che l’operazione di reclutamento illegale, “condotta su larga scala”, sostiene il National Bureau of investigation, servisse a far imbarcare i marittimi filippini su navi italiane, con un notevole risparmio per le compagnie in termini di costo del lavoro. Un mozzo filippino che opera su un traghetto italiano costa agli armatori circa 900 euro al mese, contro i 2.000 di un marittimo italiano. Per questo, secondo i dati riportati dal quotidiano ‘La verità’, che ha riportato la notizia, il 60 per cento dei marittimi è extracomunitario, mentre 50mila italiani sono pronti a imbarcarsi ma non trovano lavoro.

Si tratta di un tema cruciale, che vede schierate una contro l’altra due delle principali compagnie di navigazione italiane, il Gruppo Onorato e Grimaldi, con la società guidata da Vincenzo Onorato che ha fatto dell’italianità dei propri lavoratori una bandiera, applicando il contratto nazionale anche ai marittimi che provengono da nazioni extra Ue. D’altronde, secondo la normativa europea, le compagnie dovrebbero imbarcare in larga parte personale della nazionalità di riferimento o comunque di paesi comunitari. L’inchiesta avviata dal National Bureau of investigation sembra confermare, al contrario, che gli armatori Grimaldi – che opera diverse tratte tra la Sardegna e il Continente – e Bottiglieri siano orientati al reclutamento di personale extra Ue, con un costo del lavoro che come detto è nettamente inferiore rispetto ai marittimi italiani e comunitari. Se in modo legittimo o meno, lo stabiliranno i giudici di Manila.

 

 

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