L’economia sarda resta ferma al palo. Rallentano il turismo e le esportazioni

Frena l’economia sarda: nel 2019 il Pil resta immobile dopo il sorprendente più 1,4 per cento del 2018. E per il 2020 si prevede una crescita massima dello 0,3 per cento. Il rallentamento dell’attività economica non ha risparmiato nemmeno il comparto turistico, mentre il mercato del lavoro, esportazioni e attività industriale hanno risentito del deterioramento delle condizioni economiche generali, sia nazionali che internazionali. Lo sostiene l’ultimo report del centro studi della Cna. Diminuiti nel 2019 anche i livelli produttivi, gli ordinativi, i fatturati e gli investimenti. È inoltre calato il numero delle imprese attive: in dieci anni sono state perse oltre 7.200 attività artigiane (meno 17 per cento) e 8588 aziende dall’inizio della crisi (meno 20 per cento). Nei primi nove mesi del 2019 sono state 225 le imprese sarde fallite. Secondo Cna, diminuisce anche l’ammontare dei prestiti concessi alle aziende e nei primi nove mesi del 2019 le esportazioni hanno subito un calo del meno 2 per cento (meno 5,9 per cento escludendo il settore petrolifero).

Frena il miglioramento del mercato del lavoro ad eccezione dei servizi (più 7 per cento), rallenta il calo del tasso di disoccupazione (0,4 per cento), aumentano le ore di cassa integrazione. Rallenta il turismo (soprattutto la componente straniera), si indebolisce ancora il settore delle costruzioni “La Giunta Regionale batta un colpo – dicono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionali della Cna Sardegna – non possiamo permetterci che le incognite e le incertezze proposte dalla congiuntura internazionale si saldino con le criticità irrisolte del contesto regionale: la continuità territoriale aerea e marittima, i ritardi nella programmazione regionale, piano regionale di sviluppo, legge di stabilità, il tema dell’energia e del metano, la definizione di un programma di politica industriale a supporto dell’apparato produttivo isolano”.

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