La Saras venduta agli olandesi, i sindacati prudenti. Le posizioni dei candidati alle Regionali

“Restiamo in attesa delle comunicazioni ufficiali che l’azienda riterrà di fare alle rappresentanze sindacali aziendali e alle organizzazioni di categoria territoriali, oltre che alle decisioni del Governo nazionale e dell’Unione europea”. La reazione a caldo dei sindacati in merito al passaggio di Saras dalla famiglia Moratti alla multinazionale olandese Vitol è di prudenza. In particolare il segretario Cgil Sardegna, Fausto Durante, aspetta di capire – qualora l’operazione di trasferimento delle azioni venisse autorizzata – se i nuovi azionisti vorranno confermare il legame tra l’azienda e la Sardegna, rendendo il sito della Saras protagonista delle nuove tecnologie nel campo della raffinazione dei prodotti petroliferi e delle nuove attività industriali legate alla transizione energetica e digitale, con lo sguardo alla sostenibilità ambientale e sociale. “Su tutto ciò – conclude il segretario – chiederemo le necessarie garanzie, auspicando con la nuova proprietà l’instaurazione di un modello di relazioni industriali in grado di valorizzare i saperi e le competenze del lavoro, fattore fondamentale del successo di ogni attività industriale”.

La Saras è una delle grandi raffinerie del Mediterraneo e d’Europa. Ha una capacità di lavorazione pari a 15 milioni di tonnellate annue con 300.000 barili al giorno. Il sito di Sarroch rappresenta circa il 20 per cento della capacità di raffinazione italiana. Il passaggio alla società olandese entra naturalmente anche in campagna elettorale. Oggi al dibattito tra i candidati alle Regionali organizzato da Confindustria i leader delle coalizioni si sono espressi sulla vendita delle azioni, rimandando a ulteriori approfondimento. “Vitol è una multinazionale importante, un nome noto nel settore della gestione delle materie prime e bioenergetiche – ha detto Alessandra Todde, candidata del Campo largo -. Sarà importante vedere quali piani di sviluppo ha per la Sardegna e capire come intende rilanciare la produzione e come intende affrontare la transizione energetica e migliorare la gestione della raffineria. Sono temi importanti su cui ci confronteremo dopo il 25″.

“Se è troppo presto per valutare eventuali conseguenze per la Sardegna, di sicuro possiamo dire che siamo di fronte a un nuovo segnale che, con la transizione energetica, sta finendo un’epoca – ha detto Renato Soru della Coalizione sarda -. Quella dei combustili fossili, che annuncia a breve anche la fine di quella della benzina. Un cambiamento che la Sardegna dev’essere pronta a cogliere. Oggi l’industria non è più quella pesante, legata al petrolio o alla petrolchimica, inquinante e impattante sul territorio. Esiste anche un’industria che rispetta l’ambiente grazie alla tecnologie e alle tecniche di produzione ed è su questa che dobbiamo puntare”. Paolo Truzzu, candidato del centrodestra: “Sono rispettoso delle scelte che fanno i privati e di una realtà che ha deciso di vendere una parte delle quote a una società importante. La politica farà di tutto per mantenere una presenza di questo tipo nel territorio”.

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