Il mondo del latte ovino da Bellanova: vicino il patto tra banche e pastori

Aveva promesso un tavolo ministeriale per la fine del mese e ieri il mondo del latte ovino sardo ha attraversato il mare per sedersi insieme alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova e riprendere le fila di una vertenza aperta all’inizio dell’anno e mai chiusa, con in mezzo qualche elezione e cambiamenti ai vertici delle decisioni. Nessuna svolta per il mondo agricolo sardo, a partire dalla remunerazione più alta del latte come da sempre chiedono i pastori, ma qualche spiraglio arriva da alcune delle novità emerse durante l’incontro. Prima di tutto due aperture: quella della grande distribuzione disponibile a proseguire a sostenere la promozione dei prodotti derivati da latte ovino a partire dalle Dop, e quella del sistema bancario, in questo caso il Banco di Sardegna, a individuare strumenti per il credito per i pastori e le start up agricole.

Sono le proposte arrivate sul tavolo della ministra che aprendo i lavori di ieri ha voluto ribadire che il tavolo aperto non serve per affrontare le emergenze ma per programmare: “L’obiettivo è capire come fare meglio sul lungo periodo, porre le basi per individuare azioni e proposte strutturali per dare futuro a questa filiera essenziale. Che in molti territori oggi qui presenti significa identità e tenuta sociale”.

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Bellanova indica i termini dell’accordo proposto: “Alla grande distribuzione – ha precisato la ministra – chiediamo di valorizzare le produzioni a base di latte ovino a partire dalle grandi Dop, dando continuità all’operazione che lo scorso anno è stata avviata sull’onda della protesta e che ha portato una maggiore attenzione dei cittadini rispetto al prodotto”. Quanto al sistema bancario, “con il pegno rotativo – ha ricordato – è stato fatto un passo in avanti; ora credo sia tempo anche per rimettere nel circuito del credito gli allevatori. I cinque milioni di euro previsti dal ‘Decreto emergenze agricole’ per gli interessi possiamo qualificarli meglio in questa direzione”. La sintesi del lavoro svolto in questi mesi parte da una premessa, ha precisato la ministra Bellanova. “È mio dovere attuare le norme previste dal quel decreto e su questo stiamo lavorando”, ha detto, spiegando che, “il bando sul pecorino da destinare agli indigenti per 14 milioni di euro è stato registrato dalla Corte dei Conti e inviato alla Gazzetta ufficiale per la pubblicazione. Ho firmato il decreto per lo stanziamento di 10 milioni di euro per i contratti di filiera nel settore, dopo l’intesa con le Regioni ed è alla firma del ministro Gualtieri. Lo schema predisposto per la tracciabilità del latte – ha aggiunto – è stato inviato alla Conferenza stato regioni e sarà oggetto a breve di riunioni tecniche”.

In sostanza si va verso il superamento del sistema delle caparre, i pastori e il Banco di Sardegna da luglio scorso stanno lavorando ad un accordo per un prestito ai singoli allevatori che potranno così avere liquidità per sostenere le prime spese di produzione (mangimi, terreno, ecc.) senza doversi rivolgere al mondo della trasformazione come accaduto sinora. “Questo permetterebbe ai pastori di avere i soldi a luglio, almeno il 30 per cento in base allo storico del latte conferito negli anni precedenti, e di doverlo restituire a interessi bassi e con una istruttoria semplificata a gennaio dell’anno successivo – spiega all’Ansa Gianuario Falchi, uno degli allevatori al tavolo delle trattative sul prezzo del latte -. Sulla base di questa piattaforma anche il ministero si è detto disponibile a utilizzare i 5 milioni della moratoria sui mutui anche per ammortizzare i costi per questo progetto”.

Altra novità potrà riguardare coloro che sono rimasti fuori dalle graduatorie sul primo insediamento, “attraverso lo strumento di un prestito di conduzione per otto anni”. Alla ministra i pastori hanno anche ribadito la necessità di concludere il tavolo emergenze “che si deve fare a Sassari con garante la prefetta e che non deve essere confuso con il tavolo nazionale”. Non solo. “Serve un prezzo del latte minimo garantito per uscire dall’emergenza perenne – aggiunge Falchi – e abbiamo detto che i 14 milioni per l’acquisto di Pecorino Romano (sul quale si basa il prezzo del prodotto, ndr) da destinare agli indigenti non devono cambiare destinazione d’uso: siamo coerenti con quello che abbiamo chiesto”. (mar.pi.)

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