Latte a 1 euro, Bellanova non promette. Pastori: “Solo quello è il prezzo giusto”

I pastori aspettavano risposte, ne hanno avuto solo in parte e nemmeno troppo soddisfacenti. Il latte non potrà essere pagato un euro al litro, ha detto la ministra dopo il lungo faccia a faccia a Ottana: “Se mi chiedete di promettervi il latte a un euro al litro, io dico non lo posso fare: la politica non deve fare promesse che non può mantenere”, ha detto precisamente Teresa Bellanova alle cooperative lattiero-casearie a Oristano, nella sede di Legacoop. “Dobbiamo assumere impegni solo per quello che possiamo fare – ha aggiunto -. Dalla crisi del settore si esce con i contratti di filiera e con l’aggregazione”. La ministra ha anche parlato di “criticità economica che rischia di diventare un problema di ordine pubblico”. “C’è un po’ di disperazione che mi preoccupa perché rischia di sfogare nel ribellismo e non vorrei rivedere certe scene già viste in passato”, ha concluso.

Ma i pastori non ci stanno, speravano nella chiusura della campagna con un prezzo che arrivasse alla soglia desiderata, dopo un anno di lotte e nonostante il cambio di interlocutori. “Oggi si è aperto il dialogo, ma si era detto che a novembre ci sarebbe stata la fine della vertenza con regole scritte per il futuro e per non mettere gli allevatori nelle condizioni di andare sotto il costo di produzione. Il prezzo giusto realisticamente deve essere un euro a litro. E ci si arriva anche spendendo i 49 milioni di euro stanziati”, ha chiarito all’Ansa Gianuario Falchi, uno dei portavoce nelle trattative sulla vertenza che oggi ha partecipato a Ottana all’incontro con la ministra. “In 40 anni tutti sapevano del problema e nessuno l’ha risolto – osserva – oggi ci sono i presupposti. Ma non si può aprire la nuova campagna lattiero-casearia senza chiudere la vecchia. Lo scorso anno si partiva da un prezzo del Pecorino romano a 5 euro al chilo e ci hanno pagato l’acconto 60 centesimi – spiega Falchi -. Ora il mercato ci dice che il prezzo del formaggio è oltre i 7 euro al chilo quindi l’acconto deve essere almeno di 90 cent: la matematica non va solo in un senso”.

Nel frattempo i pastori sono pronti a sedersi al tavolo nazionale del latte ovino il 28 novembre a Roma, ma sollecitano anche la convocazione di un confronto ministeriale a Sassari per poter discutere delle prospettive per la nuova campagna lattiero-casearia con la grande distribuzione, le banche e l’Oilos, l’organismo interprofessionale. Per il presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano, Salvatore Palitta, “gli impegni istituzionali previsti nel decreto emergenza sono la priorità, senza stravolgimenti. Bisogna pensare ad aggregare le imprese, la rappresentanza è troppo frammentata, serve una sintesi con una posizione condivisa”.

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