Futuro incerto per la Portovesme srl, l’allarme: “A rischio 6mila posti di lavoro nel Sulcis”

Il futuro della Portovesme Srl, le cui sorti a seguito dei vertici di ieri a Cagliari sono rimandate a gennaio 2023, ma anche il punto su tutto il comparto delle attività produttive del territorio. È servito a questo il Consiglio comunale aperto di Carbonia che ieri ha messo allo stesso tavolo sindacati, amministratori del territorio ed esponenti politici, ma anche i vertici della Centrale Enel, alcuni delegati del comparto economico e don Antonio Mura, responsabile della pastorale del Lavoro. “Un eventuale esito negativo avrebbe gravi ripercussioni sul tessuto sociale che per noi Amministratori assumerebbe i toni di una seria emergenza da gestire”, ha sottolineato nella sua introduzione il sindaco Pietro Morittu che ha inoltre posto l’accento sulla questione energetica a costi competitivi come uno dei focus per trovare una soluzione.

Nel corso della lunga seduta è stato messo all’attenzione del Consiglio un documento su cui hanno lavorato tutti i consiglieri come base di partenza su cui proseguire un percorso condiviso circa l’evoluzione della situazione al fine, naturalmente, di mettere in campo tutti gli strumenti utili per impedire la chiusura definitiva del polo industriale. “Stiamo parlando – si legge in una nota del documento – di 6mila posti tra diretti e indotto, legati a questi settori, che il territorio non si può permettere di sommare agli attuali 36mila disoccupati”. La proposta emersa da più parti è stata di far diventare l’incontro di oggi un tavolo di discussione periodico sugli sviluppi della vertenza e più complessivamente sulle prospettive del territorio. “In questi anni al Mise ho sempre messo al centro della mia agenda quotidiana le difficoltà del mio territorio cercando di trovare soluzioni a problematiche che affliggono la nostra Regione ormai da tanti anni – dice l’ex sottosegretaria al Mise e vice presidente M5s, Alessandra Todde -. In particolare ho avuto molta attenzione, anche per le mie deleghe rispetto alle vicende del Sulcis. Ora, da deputata, sarà mio impegno monitorare che la Regione Sardegna e il nuovo governo nazionale non trascurino queste aree industriali che necessitano di tutto il supporto politico ed economico possibile”. “Ho dato ampia disponibilità mia e di Fdi a continuare il dialogo costruttivo con il territorio per risolvere una questione, quella energetica, che però è strutturale e riguarda tutta la Sardegna – osserva il deputato di Fdi, Salvatore Deidda -. Un fatto su tutti, nel 2019 presentai emendamenti e odg ai governi Conte per chiedere di posticipare l’addio alle centrali a carbone e oggi ci ritroviamo vittime della speculazione. Ecco fare degli annunci demagogici sulla transizione ecologica non serve, è necessario invece lavorare e questo dossier sarà da subito sul tavolo del governo”. “Con il consiglio comunale aperto, Carbonia voleva segnalare la necessità di uno sguardo complessivo alla crisi del territorio, superando l’inseguimento delle singole emergenze che sfiancano lavoratori e cittadini – osserva il deputato del Pd, Silvio Lai – e l’assenza della Regione è davvero grave perché significa che non è stato compreso il valore e il senso di questa iniziativa”.

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