Linee ferroviarie peggiori soprattutto al Sud Italia, altre chiuse e sospese da anni. E in Sardegna due reti non interconnesse, a scartamento diverso, con due gestori: una situazione che vede l’Isola indietro di decenni rispetto ad altre regioni italiane. È quanto denuncia Legambiente con il nuovo report di Pendolaria, presentato oggi a Reggio Calabria nell’ambito della campagna Clean Cities, che racconta in sintesi di un Paese caratterizzato da nodi irrisolti tra ritardi, convogli vecchi e lenti, e un divario sempre più forte tra Nord e Sud su qualità e quantità del trasporto su ferroviario.
“I residenti in Sardegna – afferma Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna – in quanto cittadini italiani, hanno diritto a un livello di prestazioni dei servizi e delle infrastrutture (ci piacerebbe definirli Livelli essenziali delle infrastrutture) pari a quello raggiunto da decenni nel resto del Paese. Serve un patto di cittadinanza che garantisca anche ai sardi (e a tutto il Centro-sud Italia) gli stessi livelli presenti nel Centro-nord. Si deve poi giungere ad un’unica rete interconnessa superando l’attuale inefficiente presenza di due reti con due scartamenti e due gestori diversi”.
“È necessario elettrificare tutta la rete – aggiunge Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna – raddoppiando la linea almeno lungo tutta la dorsale anche per garantire adeguati livelli di sicurezza, aumentando le velocità medie di percorrenza adeguandole agli standard dell’Italia settentrionale. Infine, è necessario avviare una politica di sviluppo del trasporto delle merci su ferrovia anche in Sardegna realizzando un adeguato sistema di snodi intermodali che colleghi anche i porti atto a rendere non solo possibile ma anche conveniente il trasporto delle merci su ferrovia.”