“A pochi giorni dalla scadenza del regime di essenzialità delle centrali elettriche sarde (valido fino al 30 aprile), l’incertezza è massima”, lo sostiene Confindustria Sardegna secondo la quale “c’è grande attesa per le decisioni che saranno assunte sulla proroga dell’essenzialità, necessaria per la sostenibilità del sistema energetico sardo e senza la quale i principali impianti elettrici isolani difficilmente potrebbero sopravvivere”. “Dalle prossime decisioni dipende il futuro di un complesso apparato industriale, di grande tradizione e competenze, che ha per l’isola un elevato valore economico e occupazionale – ha aggiunto l’associazione di categoria – non solo per il valore degli addetti diretti, circa 800, ma anche per l’importante tessuto rappresentato dalle imprese che operano nel campo delle manutenzioni e delle forniture industriali. Il riconoscimento del regime di essenzialità delle centrali elettriche è fondamentale per la tenuta e sicurezza del sistema elettrico sardo. Le oggettive e peculiari caratteristiche fisico-geografiche della nostra regione (insularità, lontananza dal continente, estensione), la natura del collegamento alla rete nazionale in corrente continua, tramite i cavi Sapei e Sacoi, rendono necessario il regime di essenzialità per le centrali sarde”. “Ad aggravare la situazione derivante dalla perdita dell’essenzialità – ha aggiunto Confindustria – si aggiungerebbe quello svantaggio competitivo derivante dalla mancanza di metano. La Sardegna è ancora l’unica regione d’Italia e d’Europa a non avere accesso alle forniture di gas naturale. Confindustria Sardegna ritiene pertanto doveroso richiamare l’attenzione della Giunta regionale, dei rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e sociali su un problema assolutamente prioritario. Occorre adoperarsi, con la massima urgenza, determinazione ed unità d’intenti affinché venga svolta una adeguata azione politica presso i competenti livelli nazionali per assicurare l’estensione dell’attuale regime di essenzialità“.
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