“L’ultimo rapporto Svimez conferma il realismo con cui dobbiamo guardare i processi economici verificatisi in Sardegna negli ultimi anni. La grande crisi non è ancora superata”. Lo sostiene il segretario generale della Cisl Sarda, Gavino Carta, che parla di “piccoli segnali di miglioramento in alcuni settori, che non rappresentano purtroppo un’inversione di tendenza” e preme per “una nuova stagione di riforme” e un piano di investimenti dello Stato, dell’Unione europea e della Regione. Il sindacato, infatti, auspica “un sostanziale cambiamento di rotta, che vorremmo misurare concretamente sul numero dei lavoratori occupati stabilmente a tempio pieno e non in occupazioni precarie, a tempo, stagionali derivanti magari da una congiuntura favorevole, che riscontra però un tessuto economico, imprenditoriale e produttivo debolissimo e non in grado di recepire neanche le politiche di incentivo pure presenti”.
I numeri. “Il tasso di disoccupazione annuale ne è lo specchio più evidente: nel 2017 ha superato di ben 5 punti quello registrato nel 2008 (12,2%) – osserva -. Si conferma intorno al 17% la disoccupazione maschile e femminile, mentre la disoccupazione giovanile (15-24 anni) è calata di 10 punti nel 2017 rispetto al 2016 (dal 56% al 46%), ma purtroppo è ancora molto lontana dalla media dell’Italia e della UE. Il sistema produttivo continua ad arrancare: gli occupati in agricoltura sono diminuiti di quasi 4 mila unità tra il 2016 e il 2017 e di 12 mila unità rispetto al 2008. Il numero degli occupati nell’industria è salito di 3000 unità negli ultimi due anni, ma rispetto al 2008 ha lasciato per strada 16 mila lavoratori – aggiunge -. Il settore delle costruzioni in 10 anni ha perso 23 mila lavoratori, recuperandone solamente una parte l’anno passato”.