Quasi mille imprese di cui oltre 300 artigiane, 500 aziende impegnate nell’indotto e oltre 15mila addetti. Il settore della nautica in Sardegna ha ripreso a crescere e ha l’artigianato come fiore all’occhiello. Lo conferma il dossier “Cluster nautica da diporto nell’Isola”, realizzato dall’ufficio studi di Confartigianato imprese Sardegna, su dati Unioncamere-infocamere 2023, secondo il quale il peso dell’artigianato del settore per l’Isola è più elevato rispetto a quello medio nazionale (36,6 per cento contro il 34,7 per cento nazionale). “L’artigianato nautico in Sardegna rappresenta una delle eccellenze del territorio – sottolinea Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato imprese Sardegna -, un settore in cui la storia e la tradizione si uniscono alla modernità e all’innovazione tecnologica”.
In particolare sono 918 le imprese nautiche sarde di cui una su tre è artigiana (336 unità). Nello specifico 129 imprese si occupano di cantieristica, cioè produzione di imbarcazioni, di cui 73 artigiane (56,6 per cento) mentre ben 789 attività (di cui 262 artigiane, pari al 33,3 per cento) si occupano di servizi. Accanto a queste aziende, secondo il report di Confartigianato, si possono stimare almeno altre 600 imprese legate alla filiera che forniscono prodotti e servizi pur operando in altri settori.
“È il caso, per esempio, dei tappezzieri, falegnami, meccanici, impiantisti – spiegano da Confartigianato -, autisti di transfer per servizi in banchina, imprese di pulizia e sanificazione, aziende di ristorazione e catering, e realtà che offrono beni e servizi di lusso. Tutto ciò porta a stimare circa 1.518 realtà e 15mila addetti, tra diretti e indiretti, saltuari e fissi”. Ma c’è il problema della mancanza di addetti qualificati. “Mancano gli addetti in tutti gli ambiti – denuncia la presidente -, scarseggiano progettisti, tecnici, ma anche operai per la vetroresina, impiantisti e falegnami. Accade spesso che i cantieri che operano nell’Isola debbano rivolgersi ad aziende del resto d’Italia e del resto d’Europa”.