Cresce il turismo, male i trasporti: ecco il report Bankitalia sull’economia sarda

Lievi, lievissimi miglioramenti si registrano nell’economia isolana da un anno a questa parte: dal turismo alle costruzioni, dal settore manifatturiero a quello alimentare e industriale la Sardegna pare risollevarsi dalla pesante crisi che ha avuto il suo culmine nel 2012. Una crescita costante ma lenta, frenata dall’incertezza e dalla paura che i momenti bui non appartengano ancora del tutto al passato.

La fotografia della situazione isolana si trova nel nuovo rapporto ‘Economia Sardegna’ presentato questa mattina nell’aula magna del polo universitario di Olbia. A curare il documento, pubblicato anche on line, è la sede cagliaritana della Banca d’Italia all’interno della serie Economie regionali che contiene le analisi sulle principali regioni italiane.

Il rapporto, riguardante i primi sei mesi del 2016, è stato redatto sui due grandi temi di Economia reale (industria, scambi con l’estero, costruzioni e mercato imobiliare, servizi e mercato del lavoro) e Intermediazione finanziaria. Alla presentazione hanno partecipato Pierluigi Pinna, presidente Confindustria Centro Nord Sardegna, Luigi Bettoni, direttore della sede di Cagliari della Banca d’Italia, Giovanni Soggia e Andrea Sechi dell’Ufficio ARET della sede di Cagliari della Banca d’Italia, Lucia Giovanelli dell’Università di Sassari e Francesco Muntoni di Delphina S.p.A.

Industria. Miglioramenti lievi rispetto al passato e concentrati più in alcuni settori, meno in altri: è quanto emerge dal rapporto Banca d’Italia sull’industria in Sardegna. La crescita, se pure lenta, produce entusiasmo tra gli operatori: la maggior parte degli intervistati nel campione prevede un aumento degli ordini dei propri prodotti. L’ottimismo è frenato dai settori energetico ed estrattivo, penalizzati dal calo dei prezzi nel mercato globale. Crollano soprattutto i ricavi dall’esportazione di petrolio, metalli, prodotti chimici, mentre aumentano quelli del settore manifatturiero. In generale sono diminuite di un terzo rispetto ai primi sei mesi del 2015 le vendite verso l’estero: gli unici prodotti dove il calo è meno consistente sono quelli alimentari.

Costruzioni e mercato immobiliare. La Sardegna è in linea con la tendenza nazionale: edilizia in leggerissima ma costante crescita, con un valore della produzione cresciuto del 2,9% rispetto all’anno scorso. Aumentano in particolare gli interventi sull’edilizia residenziale e le opere pubbliche, fattore che genera ottimismo negli operatori; il dato è confermato anche dall’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate che registra un aumento del 27% sulle compravendite di case; i prezzi degli immobili sono in lieve calo. Male invece sulle opere pubbliche: in Sardegna si registra segno meno sul numero degli appalti e sugli importi dei lavori.

Servizi. Bene turismo e commercio, male il settore dei trasporti. Complice la maggiore sicurezza geopolitica del Mediterraneo settentrionale rispetto al sud, il numero dei turisti che scelgono l’Isola come meta delle vacanze è in costante aumento da tre anni. Aumentano anche i croceristi, come confermato dall’Autorità Portuale di Cagliari: ben 60% in più rispetto all’anno scorso, in arrivo grazie ai nuovi accordi sulle rotte degli operatori turistici. Nota dolente nel settore dei servizi sono i trasporti: il macigno più pesante lo porta Alghero, che a causa della cancellazione di alcune rotte da parte di Ryanair ha registrato quasi il 20% in meno di passeggeri transitati nello scalo di Fertilia. Aumentano, per contro, i viaggiatori che si muovono in nave: ben 19,1% in più rispetto al 2015, il 22 % al porto di Cagliari.

Mercato del lavoro. Nei primi sei mesi del 2016 gli occupati sardi calano di un punto percentuale rispetto al primo semestre 2015. Aumentano gli occupati maschi dell’1%, soprattutto nell’industria, mentre diminuiscono i contratti per le donne, e il lavoro degli autonomi. Non bene per l’occupazione giovanile: il numero di assunzioni di lavoratori tra 15 e 34 anni è calato del 13,1%; diminuiscono i contratti a tempo determinato (-11,8%) e soprattutto quelli a tempo indeterminato -32,8%). In compenso si registra l’1,7% in meno di disoccupati che non cercano attivamente lavoro.

Intermediazione finanziaria. In leggero aumento i prestiti alle famiglie: crescono i finanziamenti concessi per l’acquisto di immobili, grazie anche a condizioni di tassi annui favorevoli, e cresce anche il credito al consumo per le famiglie. Meno invece quelli per le imprese di medie e grandi dimensioni, soprattutto per il settore edile.

Francesca Mulas

 

 

 

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