Confartigianato chiede all’Ue marchi di indicazione geografica anche per prodotti dell’artigianato tipico e tradizionale: “estendere cioè la protezione ai prodotti non agricoli”. Lo ha sollecitato l’organizzazione di categoria in un workshop organizzato a Bruxelles dalla Commissione Europea. L’iniziativa era finalizzata a raccogliere le indicazioni per dare seguito a un possibile estensione della protezione dell’indicazione geografica ai prodotti non legati alla filiera agroalimentare. “Auspichiamo che la Commissione estenda anche ai prodotti non agricoli il marchio Indicazione Geografica – spiega la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – la misura colmerebbe una carenza che penalizza le produzioni locali, come quella sarda, rispetto ad altri Paesi terzi. Soprattutto consentirebbe al consumatore di conoscere la vera origine di ciò che acquista”. “Sosteniamo da sempre – precisa la presidente – la necessità di politiche che aumentino il livello d’informazione e di consapevolezza dei consumatori sull’origine delle merci. Ciò consentirebbe di valorizzare le produzioni sarde e italiane a cui i mercati universalmente riconoscono un maggior valore legato alla tipicità della qualità produttiva caratterizzata da elementi di innovazione, uniti alla tradizione e alla cultura”. “Per la tutela e valorizzazione dei manufatti sardi, i marchi sono indispensabili – afferma Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato – quella verso l’Ue è una operazione fondamentale per promuovere lavorazioni in legno, tessuto, ferro, ceramica, filigrana, argento, corallo e tutte le altre lavorazioni della Sardegna. Tutelare e promuovere questi prodotti significherebbe tutelare e promuovere i nostri territori, la nostra cultura e identità”. (ANSA).
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