Chimica verde, a Porto Torres sciopero dire “no” alla vendita di Versalis

“Se Versalis sarà venduta a qualche soggetto esterno alla galassia Eni, il progetto di Matrìca è destinato a morire”, è l’sos lanciato dai lavoratori del Polo industriale chimico di Porto Torres e dai loro rappresentanti sindacali nel corso di un’assemblea pubblica ospitata nella sala congressi Filippo Canu dell’Amministrazione comunale turritana. L’incontro al quale partecipano anche numerosi rappresentanti politici e istituzionali del territorio e i principali attori economici, sociali e culturali del Nord Ovest Sardegna, completa le iniziative di protesta promosse per oggi dai sindacati del comparto.

La mattinata è iniziata con un lungo corteo di centinaia di persone fra lavoratori, famiglie, organizzazioni sindacali e cittadini, che sono partiti dai cancelli dello stabilimento e hanno raggiunto in massa la sede dell’assemblea indetta dai sindacati. Secondo i lavoratori e i loro rappresentanti gli accordi sottoscritti dalla proprietà degli impianti di nuovissima generazione, realizzati per avviare un ampio e importante processo di riconversione dell’intero Polo petrolchimico, non sono più tenuti nella minima considerazione. Sebbene si tratti di impegni assunti nei confronti delle più alte cariche istituzionali e politiche nazionali, a iniziare dal presidente del Consiglio dei ministri, i protocolli d’intesa e gli allegati memorandum dedicati specificamente ai temi della produttività e dell’occupazione sono lettera morta. Ma per gli operai non è meno grave il silenzio della Regione, accusata per “un atteggiamento ritenuto troppo passivo nei confronti di Eni e di scelte che mettono a repentaglio il futuro dell’industria a Porto Torres e di conseguenza il destino economico e sociale di un territorio messo già a dura prova dalla crisi”, come è stato ripetuto anche oggi nel corteo, tra slogan, appelli e proteste, e dell’iniziativa promossa da Cgil, Cisl e Uil.

“La scelta dell’Eni di cedere Versalis a un fondo di investimento rende ancora più precaria la possibilità che lo stabilimento di Porto Torres possa ripartire grazie alla riconversione industriale concordata nel giugno 2011 e stabilita con uno specifico Protocollo per la chimica verde”, denunciano Massimiliano Muretti, Luca Velluto e Giovanni Tavera, segretari rispettivamente di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. Secondo loro “le dichiarazioni dell’amministratore delegato Claudio Descalzi confermano l’intenzione di Eni di modificare i propri asset e cedere quote di maggioranza di aziende come Versalis e Saipem”.

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