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Attrattività nuove imprese, Sardegna penultima in Italia

La Sardegna al penultimo posto in Italia per attrattività di nuove imprese. Si salva dalla coda della classifica solo perché la Calabria è messa leggermente peggio. Il vetta la Lombardia. Il divario è enorme: nella pagella da 1 a 5 la regione preferita dagli imprenditori prende 4,07. Mentre la Sardegna si ferma a 1,88. Penalizzato il Mezzogiorno: tra i fattori che determinano i voti bassi al Sud la prima voce è quella denominata “infrastrutture, servizi di trasporto e logistica”. Sono alcuni dei dati emersi dallo studio “L’attrattività percepita di regioni e province del Mezzogiorno per gli investimenti produttivi” di Dario Musolino, pubblicato sull’ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez. Condotto su un campione di 225 imprese con sede in Italia, di diversi settori merceologici e almeno 20 addetti, lo studio si propone di analizzare in quali aree gli imprenditori preferiscano insediare un’azienda, e per quali motivi. L’analisi è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario in cui era richiesto di assegnare a regioni e province punteggi compresi tra 1 (molto sfavorevole) a 5 (molto favorevole). La graduatoria per province rispecchia l’andamento regionale: Cagliari è la prima in Sardegna con rating 1,89. Ma a livello nazionale è 97/a. Seconda nell’Isola (ma 99/a in Italia) Olbia Tempio. Seguono Sassari, Medio Campidano, Ogliastra, Oristano, Nuoro e Carbonia Iglesias. In Sardegna invece la forbice dell’attrattività è compresa proprio tra l’1,89 di Cagliari e l’1,84 di Carbonia-Iglesias. Politiche di investimento in infrastrutture di trasporto, politiche industriali e campagne specifiche di comunicazione sull’area sono, secondo lo studio, gli strumenti necessari ad aggredire la scarsa attrattività del Sud. In particolare, servono azioni “nel trasporto ferroviario, nella portualità, nell’intermodalità e nelle piattaforme logistiche” sia per potenziare l’accessibilità del Sud dall’esterno che favorire la mobilità interna integrando le reti di trasporto. Per impedire la desertificazione industriale servono misure a sostegno delle imprese e azioni specifiche anticriminalità. Inoltre, last but not least, conclude lo studio, “strategie di comunicazione e promozione, a livello centrale e locale, che consentano di scardinare la cappa mediatica che oggi tende a mettere tutto il Sud sotto un unico cappello”.

 

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