Aree di crisi, firmato l’accordo sugli ammortizzatori in deroga

Importante accordo sull’estensione degli ammortizzatori sociali nelle aree di crisi complessa e non complessa della Sardegna, raggiunto al Tavolo partenariale con le organizzazioni sindacali e datoriali, riunito stamane nella sede dell’Assessorato regionale del Lavoro a Cagliari. La riunione, presieduta dall’assessora Virginia Mura, si è conclusa con la firma da parte di tutte le sigle presenti. L’intesa prevede il saldo della mobilità in deroga per l’annualità 2014 in tutto il bacino regionale e, per le aree di crisi (complessa e non complessa), il riconoscimento della mobilità in deroga per i lavoratori che avevano l’ammortizzatore sociale scaduto o in imminente scadenza.

“L’intensa attività di quest’ultimo mese e mezzo, sostenuta dalla proficua collaborazione con il Governo, ha portato a risultati concreti, sia in termini di modifica delle normative, sia in tema di risorse, che fino all’estate scorsa erano insperati”, spiega l’assessora Mura. “Oggi, raccogliendo i frutti di questo lavoro, possiamo dare un briciolo di serenità in più ai lavoratori di quelle aree di crisi complessa e non complessa che guardano, con una speranza che è anche la nostra, alla ripartenza produttiva delle loro fabbriche. È un messaggio che voglio arrivi ai lavoratori delle aziende del Sulcis, a quelli della Keller, a quelli di altre realtà in crisi: il sostegno economico a loro e alle loro famiglie verrà garantito e le posizioni saranno definite entro l’anno, consapevoli che il disagio che patiscono è importante. Sappiamo bene – conclude Mura – che non si tratta di un punto di arrivo, ma di una tappa intermedia e assicuro che proseguiremo lungo il percorso che abbiamo seguito finora con il Governo”.

Annualità 2014. L’Accordo, intanto, prevede di ultimare il pagamento della mobilità in deroga del 2014 agli aventi diritto, circa 8.900 in tutto che attendono ancora quattro mesi di indennità. Le risorse necessarie, in base all’accordo concluso a suo tempo con il Governo – provengono dal Patto per la Sardegna che riserva a questa partita 45 milioni di euro. La procedura è in corso di completamento.

Annualità 2015. Non solo: l’accordo prevede che anche i lavoratori (ricadenti nelle aree di crisi, complessa e non complessa) il cui ammortizzatore sociale in deroga è scaduto nel 2015, potranno beneficiare di una proroga ex post dell’ammortizzatore per la parte restante di quell’annualità. In questo modo potranno completare quella annualità, e maturare così il diritto di fruire dell’ammortizzatore sociale per i primi sei mesi del 2016.

Annualità 2016. I lavoratori delle aree di crisi (complessa e non complessa) a cui gli ammortizzatori sociali ordinari sono scaduti (o scadranno) nell’arco del 2016, in vista della concreta possibilità di ripartenza delle aziende di riferimento, potranno beneficiare di ammortizzatori sociali in deroga per la restante parte del 2016 e per il 2017.

Ulteriori risorse. Il tavolo ha anche convenuto che, in caso di risparmi o di eventuali nuovi stanziamenti, le risorse rinvenute possano essere destinate a coprire le esigenze di altri lavoratori, nelle stesse condizioni, ma non ricadenti nelle aree di crisi complessa e non complessa.

La reazione dei sindacati. “L’accordo raggiunto oggi con l’assessorato del Lavoro – si legge in una nota firmata da Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Ugl – offre una prima risposta alla necessità di sostegno al reddito per i lavoratori delle aree di crisi della Sardegna, con priorità per quelle complesse, così come indicato dal decreto legislativo che ha aumentato fino al cinquanta per cento la possibilità di spesa dei residui delle risorse già assegnate alle Regioni per gli ammortizzatori in deroga nell’ultimo triennio”.

“È evidente – hanno commentato i sindacati – che quel decreto da una parte consente di prorogare gli ammortizzatori in attesa di una ripresa dei settori produttivi, ma dall’altra rende palese il disimpegno del Governo dall’onere di coprire con fondi propri quanto promesso per le aree di crisi complessa”. Resta aperto poi il problema dell’insufficienza delle risorse a disposizione per soddisfare i bisogni di una regione che ha subito troppi licenziamenti e che, nelle stesse aree di crisi, ha molte mobilità in deroga ma poche casse integrazioni, le sole per le quali il Governo ha previsto risorse aggiuntive.

Si auspica che dagli incontri con i sindacati previsti domani con il presidente del Consiglio Renzi e con il sottosegretario De Vincenti si possa compensare questa carenza, anche con l’obiettivo di accompagnare la realizzazione del patto per la Sardegna sottoscritto a luglio.

Il Governo ha praticamente affidato alla Regione la responsabilità di individuare le priorità di spesa degli eventuali propri fondi residui del triennio, fissando alcuni paletti all’interno dei quali sono stati definiti i termini dell’accordo. I sindacati hanno trattato a lungo con la Regione per garantire pari opportunità d’accesso ai lavoratori in difficoltà appartenenti alle diverse aree di crisi (complessa e non), ottenendo anche l’impegno dell’assessorato del Lavoro a reperire dal ministero le somme che dovessero mancare a coprire il fabbisogno, oppure a predisporre misure alternative di politiche attive del lavoro.

Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Ugl, hanno chiesto che siano finalmente trasferiti all’Inps i 45 milioni di euro riprogrammati all’interno del Fondo sviluppo e coesione e destinati al saldo degli ammortizzatori arretrati del 2014 e hanno ottenuto dall’assessorato l’impegno a mantenere le risorse che avanzeranno dentro il perimetro degli strumenti di sostegno al reddito. Con queste somme e con quelle derivanti da altri residui o aggiuntive che si reperiranno, si potrà procedere, sempre nei limiti indicati dal decreto governativo, a rafforzare gli strumenti di protezione sociale anche al di fuori delle aree di crisi.

 

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