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Alcoa, l’assemblea contro la Regione. Il 23 luglio manifestazione a Roma

“La Regione e il presidente Pigliaru sono troppo distanti dal grave problema dell’Alcoa”. E’ un vero e proprio atto d’accusa nei confronti del governatore della Sardegna quello lanciato ieri pomeriggio dai sindacalisti nell’affollata assemblea generale che si è svolta nella sala riunioni “Francesco Galletti” dello stabilimento di Portovesme, a cui hanno partecipato anche alcuni sindaci della provincia del Sulcis Iglesiente. La sua assenza all’incontro che si è svolto lunedì al ministero dello Sviluppo economico è stata stigmatizzata con durezza, quasi a dimostrare “che la questione Alcoa non rientra tra le priorità di questa Giunta regionale, un fatto gravissimo questo”. E infatti gli operai e i sindacalisti hanno deciso che è giunto il momento di ricordare ai politici espressione del territorio e alla Giunta regionale che la questione Alcoa non è per niente risolta, anzi probabilmente la soluzione si allontana ancora di più: “Nella riunione di lunedì – afferma sarcastico Franco Bardi della Fiom Cgil – sono stati fatti importanti passi avanti ma non nella nostra direzione. Nelle riunioni dove si deve parlare di Alcoa si parla invece del Piano Sulcis ma questo strumento non è sostitutivo al riavvio della fabbrica ma complementare. Insomma, conclude il sindacalista, si continua a perdere tempo prezioso”. Da qui la decisione di abbandonare il presidio montato più di due mesi fa all’ingresso della fabbrica per riprendere con una mobilitazione “più dura e incisiva per far capire alla politica che non accettiamo che questa fabbrica venga mandata al macero, a partire dalla Regione”. Ma non sarà l’unica manifestazione. Infatti è stato deciso che i caschetti Alcoa torneranno a far sentire il loro sinistro rumore per le strade di Roma, in una grande manifestazione di operai e di popolo.

Il 23 luglio è previsto, infatti, un altro incontro programmato dalla task force costituita per seguire la vertenza Alcoa, un incontro importante su cui si concentrano attenzioni e aspettative da parte delle maestranze della fabbrica di alluminio. Perché quel giorno, al ministero dello Sviluppo economico, saranno presenti tutti gli attori coinvolti nella cessione dello stabilimento, ossia l’Alcoa, la Klesch, la Regione Sarda, il MiSE e la presidenza del Consiglio dei ministri: “Sarà l’occasione – dice Roberto Forresu, segretario territoriale della Fiom Cgil – per verificare quanto di concreto ci sia nella cessione della fabbrica. Purtroppo siamo ormai ai tempi supplementari,  aggiunge il sindacalista buttandola sul calcio. Gli fa eco Franco Porcu, sindaco di Villamassargia e coordinatore dei sindaci della provincia, che senza mezzi termini richiama alle proprie responsabilità sindacati confederali e deputati sardi “troppo lontani dal problema dell’Alcoa. Occorre estrema chiarezza sul costo dell’energia”- urla il sindaco dal microfono della sala riunioni – così come sulle altre questioni legate al riavvio di questo stabilimento che coinvolge oltre mille lavoratori e padri di famiglia. Noi amministratori abbiamo il polso della situazione e vi assicuro che è drammatica”. “Senza chiarezza e certezza – conclude Porcu – non si troverà nessun soggetto industriale, per quanto interessato e per quanto le produzioni di alluminio stiano riprendendo mercato”. In chiusura l’intervento di Rino Barca, segretario della Fim Cisl: “In tutto il mondo, anche in quello Alcoa, le fabbrica non si stanno chiudendo, anzi si stanno riavviando. Ma in tutto il mondo queste produzioni sono supportate da tariffe energetiche particolari che passano per gli accordi bilaterali che assicurano prezzi competitivi nel medio e lungo periodo. Esattamente ciò che in Italia non si riesce o non si vuole fare. Eppure alcune delle misure agevolative sull’energia studiate proprio per l’Alcoa vengono invece paradossalmente utilizzate da altre industrie del polo industriale di Portovesme, mentre la fabbrica di alluminio continua a rimanere ferma”. Il sindacalista ricorda la disperazione delle famiglie degli operai delle imprese d’appalto: “A loro va riservato un discorso a parte, la parte più debole e colpita dell’intera vicenda Alcoa. Da sette mesi queste famiglie non ricevono un centesimo e non si vedono soluzioni a breve. A questi lavoratori, purtroppo, conclude sconsolato il dirigente sindacale, non sappiamo più che risposte dare”.

Carlo Martinelli

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