Nel secondo trimestre del 2015 su una forza lavoro pari a 693 mila unità, 568 mila sono gli occupati con un tasso di occupazione del 50,3% (328 mila uomini con un tasso di occupazione del 57,7% e 240mila donne con un tasso del 42,9%), mentre sono 125 mila le persone in cerca di occupazione con un tasso di disoccupazione del 18% (70 mila uomini e 55 mila donne) che salgono al livello record del 50,2% tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni e al 44,3% tra nella fasci di età tra i 15 e i 29 anni. I dati sono stati diffusi dalla Cisl sarda, che ha elaborato dati Istat.
“Sempre nel secondo trimestre di quest’anno – ha spiegato la segretaria generale Oriana Putzolu – il fenomeno dello scoraggiamento vede coinvolte 125 mila persone, 31 mila uomini e 30 mila donne che cercano lavoro non attivamente e 28 mila uomini e 51mila donne che non cercano occupazione ma sono disponibili a lavorare. Considerando questa disoccupazione implicita quindi il tasso corretto è pari al 32,2%”. In particolare dai dati del servizio informatico dei centri per l’impiego (Sil), emerge che crescono di 2.718 i contratti a tempo indeterminato, diminuiscono di 427 quelli a tempo determinato. “Mai come in questo momento il lavoro in Sardegna è stato umiliato dal ricorso in massa ai licenziamenti e alla cassa integrazione con 30 mila espulsi dai processi produttivi industriali , dei quali 18 mila solo nel settore delle costruzioni – ha aggiunto Putzolu – dalla diffusione esagerata della precarietà, spesso caratterizzata da interstizi occupazionali poco qualificati e spesso sommersi. Tra i dati positivi, la ripresa dell’occupazione in agricoltura”.