La cover di ‘A Diosa (Non potho reposare)’ realizzata da Vieri Cervelli Montel, cantautore fiorentino collaboratore di Iosonouncane

di Andrea Tramonte

Una lunga versione di A Diosa (Non potho reposare) che suona lenta, dilatata, maestosa ma anche – in un certo qual modo – “aliena”. Spaesante, almeno per chi conosce l’originale. “L’idea era mantenere identiche la melodia e le parole originali, ma decontestualizzarle completamente alterando del tutto i riferimenti armonici, così da dar loro un’atmosfera radicalmente differente”, dice Vieri Cervelli Montell, cantautore “atipico” fiorentino di 28 anni che quella cover l’ha immaginata, suonata, registrata e pubblicata. In effetti per alcuni tratti il brano suona quasi irriconoscibile, lungo una traiettoria dove la “densità” del suono assume toni quasi drammatici. Ma poi quelle parole – e la melodia – emergono in modo potente e nitido ricongiungendo l’ascoltatore alla memoria delle versioni più celebri e tradizionali del brano.

Il brano è uscito in questi giorni per la Tanca Records, etichetta discografica diretta da Iosonouncane, ovvero Jacopo Incani, musicista sardo (di Buggerru), compositore, produttore. Il cantautore fiorentino ha una lunga familiarità con lui: ha aperto numerosi concerti del tour di Ira (il terzo album di Incani) e Iosouncane lo ha accolto nella casa di Tanca, pubblicando e producendo il suo album d’esordio. Nei tour Vieri iniziava il live proprio con A diosa che suonava come un doppio, triplo omaggio: a un brano che il musicista fiorentino ama profondamente, alle origini sarde di Iosonouncane e pure a quelle sue, visto che la madre è originaria dell’Isola.

La riscrittura di A Diosa è potente e contiene “anche una lettura altra alle stesse parole, senza cambiarle in sé ma spostando tutti i riferimenti attorno – spiega il cantautore -. Dal punto di vista compositivo si tratta dunque in parte di una manipolazione non invasiva, data da un’esposizione della melodia alterata unicamente nel tempo, rendendola con lunghissime note, ampi spazi d’attesa tra un verso e l’altro, e una semplice selezione delle numerose strofe originali – tra cui ho scelto l’ultima, poco comune eppure così densa, immaginifica e funzionale al ‘nuovo’ significato del brano –, e al contempo di una completa riarmonizzazione, spostando il centro di gravità armonico e dunque l’emozione di tutto, e affidandola a una chitarra che esegue la stessa identica figura, e le stesse due note, incessantemente, senza pace, dal primo istante all’ultimo del brano”.

Vieri ha suonato questo brano all’inizio di ogni singolo concerto dei dodici che ha aperto del tour di Ira di Iosonouncane, nel 2021, in un trio composto da Nicholas Remondino ai tamburi preparati, Luca Sguera al pianoforte e lui alla chitarra classica e alla voce. “Rendendoci conto della grandissima intensità che ne era scaturita, abbiamo poi deciso di registrarne una versione da pubblicare, suonata dal vivo in presa diretta con la stessa formazione e l’aggiunta di Cosimo Fiaschi al sassofono soprano (già presente nella mia versione di Almeno tu nell’universo) e Alessandro Mazzieri al basso elettrico (mio collaboratore della prima ora sia come strumentista che come co-produttore e mixer engineer di quasi tutti i miei lavori, compreso questo stesso brano)”.

“Scegliere di incidere una versione di A Diosa – conclude – costituisce per me un gesto importante, perché è un brano con una storia unica e una canzone speciale per molte persone sarde, tra cui mia mamma, che a lungo ha insistito perché la imparassi quando ancora muovevo i miei primi passi con la musica. È inoltre un brano che si è reso protagonista di un ricordo personale estremamente intenso che abbiamo condiviso con i miei amici e musicisti nel periodo in cui eravamo in tour con Iosonouncane, e ha segnato ognuno di noi in modo totale, assolutamente indelebile. Fissarlo è dunque in qualche modo per noi anche la documentazione e consacrazione di qualcosa che ci ha uniti profondamente”.

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