Design del tessuto, allo Spazio Ilisso nuovo progetto espositivo dedicato a Eugenia Pinna

Il suo lavoro documenta la ripartenza della ricerca tessile in Sardegna dopo il potente impulso impresso negli anni Cinquanta da Eugenio Tavolara, artista, direttore e progettista per Isola (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano), che mise a punto un alfabeto segnico, formale e cromatico, finalizzato all’abitare contemporaneo. Eugenia Pinna è una textile designer di Nule (classe 1956), una figura decisiva nel rinnovamento della tessitura sarda, che sarà protagonista di una proposta espositiva allo Spazio Ilisso a Nuoro con inaugurazione sabato 20 gennaio alle 11.

Lo studio delle tessiture tradizionali di Nule (in particolare le coperte, fressadas), un solido sapere tecnico e la continua ricerca sono il fondamento del lavoro di Eugenia Pinna. Il suo percorso negli anni ha significato soprattutto la presa di coscienza del non essere più solo un’artigiana, com’è stato agli esordi, ma una progettista tessile. All’inizio della sua carriera, nella Sardegna degli anni Ottanta e Novanta, Pinna ha faticato ad affermare la sua scelta, operando in un territorio connotato da piccole imprese tessili artigiane, per lo più familiari, impegnate unicamente nel reiterare motivi e modelli della tradizione richiesti dalla gran parte del mercato turistico. L’inserimento di una progettista nella produzione tessile – ruolo venuto meno con l’indebolimento dell’istituto regionale preposto, l’Isola – non sembrava previsto. Dopo anni di impegno, incessanti sperimentazioni e una costante attività che l’ha vista partecipare a eventi ed esposizioni in giro per il mondo, Eugenia Pinna è oggi riconosciuta una textile designer di taglio internazionale.  

L’esposizione presenta 31 progetti tessili elaborati da Eugenia Pinna appositamente per Spazio Ilisso: attraverso grandi tappeti inediti, realizzati tra il 2019 e il 2022, si ripercorrono i filoni di indagine che hanno caratterizzato la trentennale ricerca espressiva della designer di Nule.  Le tessiture in mostra consentono al visitatore di conoscere sia la prassi progettuale e tecnica della designer, sia la metodologia specifica legata all’uso del telaio verticale, tipico di Nule, documentando così lo straordinario risultato del connubio tra un articolato lavoro di design e la specializzazione artigiana dell’Isola.

Tutti i manufatti sono stati realizzati impiegando materie prime locali e colorazioni naturali che permettono di apprezzare le grandi abilità acquisite nei secoli dalle tessitrici nulesi.  L’iter espositivo ha inizio con i progetti che Eugenia Pinna considera come le origini della sua ricerca. In questa collezione è evidente come molta della sua attenzione compositiva si sia concentrata nella rielaborazione dei motivi decorativi della tessitura nulese, come s’ambisùe (‘la sanguisuga’), segno distintivo declinatoin infiniti modi che interagiscono con lo sfondo e che arriva a trasformarsi in una vera e propria firma.

Proseguendo nel percorso di visita si giunge alle più recenti serie di tappeti caratterizzate da geometrie irregolari: la designer qui prevede alcune modifiche che accentuano e sviluppano una prassi delle tessitrici del passato, connotata dall’impiego di lana filata a mano che genera linee mosse verticali e orizzontali. Da questa intuizione nascono FrullatoColorasInverno e Chesò. Eugenia Pinna reitera con essi il senso di vibrazione e di movimento, dinamismo sentito proprio e costantemente introdotto anche nel suo percorso progettuale. 

La mostra si propone di documentare come, negli stessi decenni in cui il “fatto a mano” veniva in parte abbandonato in favore di tessuti realizzati con macchinari industriali, la designer nulese abbia saputo rispondere in maniera consapevole alle esigenze dello stile dell’abitare e del vivere di questi tempi a partire dalla tradizione tessile locale. Un’attività artigianale contraddistinta da una produzione rarefatta, regolata da un processo manuale complesso, sia nelle fasi preliminari sia nell’esecuzione. Aspetti oggi considerati di nicchia, tuttavia difesi strenuamente da intellettuali e designer, da Enzo Mari sino, per l’appunto, a Eugenia Pinna, che operano in prima linea, non arrendendosi all’appiattimento legato a logiche economiche nelle quali la quantità schiaccia inevitabilmente la qualità.

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