Arriva ‘Coranta’, il primo disco solista di Su Maistu

‘Coranta’, come gli anni compiuti dall’autore. Come il titolo della canzone che apre il nuovo disco di Alessio ‘Su Maistu’ Mura, voce e fondatore (insieme al fratello Andrea) dei Balentia. Autoproduzione, crowdfunding e maturità artistica: una valanga di novità nella vita e nella quotidianità dell’artista originario di Mogoro. Una consapevolezza data anche da una famiglia, una figlia e una moglie che hanno regalato nuova linfa alla vita dell’ex bad boy, cresciuto a pane e hip hop. Consapevolezza che attenua il dolore creato da vecchie ferite. Il ragazzo è diventato uomo e anche la musica è cresciuta. I testi, le tematiche trattate, la costruzione del lavoro, le certezze, ora più forti, a dispetto di una immediatezza giovanile, che forse regalava più spensieratezza ma non colmava la lacuna delle inquietudini. Lacuna colmata dall’esperienza artistica e, come detto, dall’essere padre di una bambina, il nuovo faro, quel porto sicuro che, in mezzo alle reminiscenze, ha dato il la alla stesura di ‘Coranta’, primo lavoro solista di Alessio.

Un disco innovativo, pieno di speranza e di certezze, un piccolo gioiello, esempio da seguire da parte di tutti quegli artisti che credono nel proprio lavoro ma hanno delle difficoltà economiche o burocratiche a renderlo effettivo. ‘Coranta’ (Quaranta in sardo campidanese) presenta il suffisso ‘cor’, cioè ‘cuore’, simbolo di passione, per una donna, per una figlia, per un genere musicale e per la vita. Il disco è stato costruito grazie alla partecipazione congiunta di una serie di produttori: Michele Ibba, Laif, Riccardo Lisci, e Andrea Aru, che si occupa anche delle registrazioni e del mixaggio.

“Ognuno di loro ha messo del suo – afferma Su Maistu  credo sia un punto forte di questo disco. Non c’è omogeneità e tecnicamente il lavoro ne ha risentito, in positivo si intende. Per fare un esempio: Aru lavora senza campioni, Ibba sì. Differenze, che però valorizzano il lavoro”. Al disco hanno partecipato anche il fratello di Alessio, Andrea Mura (Lepa), Alessandro Sanna (Quilo), Giorgio Scanu (Giorgigheddu), Giuseppe Littera (Mraxai), Alessandro Pintus (Alex P) e dj Sputo. Le foto sono curate da Maurizio Cau, la grafica da Fabrizio Melas e il video di presentazione è stato realizzato da Nicola di Mille.

 

In programma ci sono una serie di live e inoltre la realizzazione del video di ‘De Unu a Dexi’, nona traccia del cd, vera e propria summa di tutti i generi ascoltati da Alessio. Si va dalle sonorità anni Settanta del primo brano, dove sono presenti alcuni vocalizzi, al rap e al funk. ‘Coranta’, title track, è un bilancio di vita dei primi 40 anni, accompagnata da una base orecchiabile e gradevole. Più avanti il disco è meno melodico e il filone seguito è quello del rap degli anni Novanta. Dentro (e in copertina) non mancano i richiami ai Beastie Boys, il gruppo newyokese amatissimo da Su Maistu. “Una Storia” parla di una madre che racconta al figlio la propria caduta e la propria rinascita. Il beat si lega bene con il testo introspettivo. “Milla” è puro hip hop old style, mentre “Scola Becia”, cantata in coppia con Quilo, riporta alle origini del rap isolano, su un campione dei The Meters.

Rispetto ai lavori delle origini, c’è molto meno impegno sociale, i sentimenti le sensazioni intime e la vita di tutti i giorni hanno preso il posto dei temi di protesta, anche se la visione in Su Maistu, per molti aspetti, non è cambiata. “Al posto Giusto” parla dell’amore per un determinato luogo, in “Unu fueddu Tengiast” (dove si sentono anche i suoni vocali della piccola figlia di Alessio) continua l’introspezione. Atmosfere west coast in mezzo alle quali un padre parla alla figlia dell’importanza della parola. Intimismo e pensieri proseguono con “Pensamentus” e “Su Sensu”. “De unu a Dexi” è il singolo scelto per il video (che si ispirerà al film di Joel Schumacher “Un giorno di ordinaria Follia”), nel quale Su Maistu invita a non agire istintivamente. Chiudono il disco “Candu si seus Atobiaus” (love song classica), “Maistus” (omaggio ai maestri), e “Torru Gratzias”, doveroso ringraziamento a chi ha contribuito a realizzare il disco.

 

Il cd contiene 12 tracce, dieci in sardo e due in italiano, e sarà distribuito oltre che nei negozi specializzati, anche sul web, in oltre 40 store digitali tra cui Itunes, Google Music e Spotify, grazie al canale di distribuzione online Tunecore. “Nel cd utilizzo il sardo perché mi viene spontaneo – sottolinea Mura – trovo sia una lingua molto musicale, inoltre, per i testi, l’esperienza mi ha dato maggiore consapevolezza e trovo più naturale affrontare determinate tematiche con questa lingua”. Le esperienze e i successi ai festival delle lingue minoritarie completano l’opera: “Ci piacerebbe fare qualcosa anche qui in Sardegna – aggiunge l’artista – non sarebbe male organizzare un festival legato a questi aspetti nell’Isola e forse, insieme agli amici, qualcosa costruiremo”. “Coranta” è stato realizzato con il crowdfunding, una modalità di finanziamento sperimentata e diventata in poco tempo una valida alternativa ai procedimenti onerosi legati alle case discografiche. Nel giro di soli 34 giorni, infatti, sono stati gli appassionati e gli amici di Alessio a finanziare il lavoro dell’artista, che ha raccolto subito gran parte del budget per la produzione del disco (costato quattromila euro).

Coranta è stato prodotto dall’associazione culturale Roots in collaborazione con EjaTV.com. La campagna di crowdfunding è stata avviata sul sito web specializzato musicraiser.it, attraverso il quale, i fans dell’artista, hanno ricevuto delle ricompense sulla base del loro supporto al progetto. “Il mio vuole essere un disco onesto, fatto con passione, facile da capire e che parla di cose che ho vissuto in prima persona o di cui ho sentito parlare – conclude Alessio Mura – un lavoro fatto con il linguaggio a me più congeniale, quello del rap”. Il prossimo progetto di Alessio Mura è legato ai Balentia: “Realizzeremo un cd con 10 vecchie canzoni nostre remixate da 10 produttori diversi”. Ma Su Maistu ha anche la voglia e il tempo di indicare la strada a quei giovani che il rap e l’hip hop hanno scelto di suonarlo adesso. “Serve passione. Soprattutto passione, ai ragazzi suggerisco poi di guardarsi intorno e raccontare fedelmente ciò che vedono. La realtà è già condita, gli argomenti non mancano di certo. E poi siate sempre concreti e onesti”, conclude, “ai soldi e alle soddisfazioni penserete dopo”.

Federico Fonnesu

 

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