Un fegato per due: nuova tecnica per i trapianti nell’Isola

Nuova tecnica per i trapianti di fegato in Sardegna: a parità di donazioni consente di incrementare i trapianti del 30 per cento (un organo per due). Si chiama Split Liver o fegato diviso, e come dice la parola stessa, consiste nella divisione del fegato attraverso la quale si possono fare due trapianti: uno pediatrico (mediante la parte sinistra del fegato che è la parte più piccola) e con l’altra parte si può trapiantare un adulto. Ma con l’evoluzione della chirurgia anche la parte sinistra del fegato (destinata al paziente pediatrico) si può assegnare a un “piccolo adulto” (45-50 kg). Si tratta di quei fegati donati da pazienti entro i 50 anni di età, che senza l’applicazione della tecnica Split Liver sarebbero destinati ai centri di trapianto del resto d’Italia dove si esegue lo Split, senza obbligo di restituzione dell’organo donato.

IL VIDEO 

Per questo motivo è stata importata anche all’ospedale Brotzu di Cagliari e fortemente voluta da Fausto Zamboni, luminare dei trapianti di fegato in Sardegna:” L’ho richiesto io perché penso che sia un servizio obbligatorio che dobbiamo dare ai pazienti sardi per evitare che vadano a trapiantarsi fuori dalla nostra Isola”. Infatti senza l’applicazione della nuova chirurgia ora si rischierebbe la perdita di organi nella nostra Isola. Perché mentre fino a qualche mese fa la procedura era facoltativa, ora sono cambiate le normative del Centro Trapianti Nazionale, perciò adesso se un’azienda ospedaliera non è in grado di affrontare la tecnica dello split, deve donare l’organo senza poterne ricevere un altro indietro. Solo pochi giorni fa anche il Brotzu si è dotato del personale giusto per affrontare una tecnica d’intervento così complessa dal punto di vista tecnico e organizzativo. “Prima se non fossimo stati in grado di fare lo split, avremmo potuto cedere il fegato e ci avrebbero reso un altro fegato”, ha precisato il primario del reparto di chirurgia dell’ospedale “Brotzu” di Cagliari, “ora se non fossimo in grado di splittare dovremmo cederlo e la nuova normativa non prevede più la restituzione, quindi si rischierebbe di perdere un organo”. Per questo nel centro trapianti del Brotzu, punto di punto di eccellenza per l’assistenza sanitaria isolana e non solo, è stato creato un gruppo ad hoc anestesiologico e rianimatorio su un progetto dedicato allo split. “Le dottoresse Daniela Sanna e Elisabetta Pusceddu sono arrivate da una formazione di sei mesi a Parigi”, ha spiegato il dottor Zamboni, “per Daniela Sanna è stato delineato un percorso dove lei è la referente per tutto lo split, gestisce tutta la parte anestesiologica sia in sala operatoria sia in rianimazione in collaborazione sia con gli epatologi che con i rianimatori”.

LE SLIDE

I numeri. Dal 2004 a oggi Fausto Zamboni nell’azienda ospedaliera Brotzu ha effettuato 284 trapianti, e nonostante nel 2015 si sia dimezzato il numero di trapianti rispetto all’anno precedente, i primi dati del 2016 sono incoraggianti: sono stati effettuati 6 trapianti di fegato e il numero di donatori è nettamente superiore se paragonato allo stesso mese del 2015. Tra tecniche d’eccellenza e numeri di trapianti in crescita, il centro trapianti dell’ospedale Brotzu, secondo Fausto Zamboni può comunque migliorare:” Il prossimo passo è quello di riuscire ad avere una gestione anestesiologica e rianimatoria autonoma come esiste in molte strutture, ci serve una rianimazione dedicata alla patologia metabolica e ai trapianti”.

Monica Magro

 

Foto Roberto Pili

 

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