Un caffè nei fari dell’Isola: al via progetto di recupero del patrimonio costiero

Al via un progetto integrato ed ecocompatibile per il recupero del patrimonio marittimo della Sardegna che vede insieme Regione e Agenzia della Conservatoria delle coste. Si potrà soggiornare nei fari o sorseggiare un caffè con davanti la vista della Corsica, l’arcipelago di La Maddalena. L’obbiettivo è quello di rendere le coste sarde più appetibili e recuperarne il valore storico e identitario. Sono 15 i siti individuati dal nord al sud dell’Isola. Luoghi a lungo sottratti all’uso pubblico. I fari di Razzoli e Punta Filetto a La Maddalena e Capo d’Orso, Capo Mannu, le stazioni semaforiche di Capo Figari a Golfo Aranci, Capo Ferro (Arzachena), Punta Falcone (Santa Teresa Gallura), Punta Scorno (Asinara, Porto Torres) e Capo Sperone (Sant’Antioco). Da qui alle stazioni di vedetta di Puntiglione, Testiccioli, Marginetto a La Maddalena e Capo Ceraso a Olbia, la Gran Torre di Torregrande (Oristano) in cui la Conservatoria realizzerà il museo regionale delle torri costiere della Sardegna. Fino ad arrivare alla stazione dei segnali di Capo Sant’Elia (Cagliari). “Si tratta di un patrimonio straordinario che rischiava di andare perduto – ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente Andrea Biancareddu – Torri e fari saranno restituiti e resi fruibili coniugando turismo, storia, identità e ambiente. Non solo, dopo il restauro il valore dei siti, che resterà pubblico, lieviterà in modo sensibile”. Per ogni struttura è previsto un uso misto culturale e ricettivo con tanto di caffetteria, punti di ristoro e suite di lusso per attrarre quei turisti che viaggiano per il mondo in cerca di luoghi suggestivi con vista mare in cui soggiornare. Il costo dell’operazione si aggira attorno ai 20 milioni di euro. Un milione e 200mila li ha già messi la Regione, il resto arriverà da privati attraverso i bandi e da fondi Por europei. Postazioni di eccezione, luoghi ricchi di fascino e anche storia. “In Sardegna c’é una stazione semaforica che ha fatto la storia della comunicazione, quella di Capo Figari – spiega Alessio Satta, direttore della Conservatoria – Da qui nel 1932 Guglielmo Marconi fece un esperimento, quello di comunicare attraverso le onde corte dalla Sardegna al Lazio: attraverso il ponte della sua nave riuscì a farsi sentire a Castel Gandolfo”.

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