Ufficiale sardo si rifiutò di gettare petrolio in mare. Vince al Tar dopo 12 anni

Davide Grassi, ex tenente di vascello nato a Oristano, aveva 30 anni quando era imbarcato sulla nave da guerra “Maestrale” e il 23 febbraio 2002 si rifiutò di gettare petrolio in mare, ‘disobbedendo’ all’ordine del comandante. Dodici anni dopo ha vinto la causa davanti al Tar: la sanzione disciplinare, che nel frattempo gli è costata il congedo, è stata cancellata dai giudici amministrativi del Tribunale di Livorno.

Grassi aveva frequentato a Livorno l’Accademia navale e sognava di diventare ammiraglio. Ma durante la missione Enduring Freedom, nel Corno D’Africa, racconta La Nuova Sardegna, quel “no” gli ha cambiato la vita e la carriera. L’allora tenente di vascello, insieme ad altri due colleghi, si era rifiutato di gettare in mare gli scarichi oleosi accumulati da un motore della “Maestrale”. Grassi non obbedì all’ordine seguendo il regolamento internazionale della navigazione che obbliga di svuotare le sostanze inquinanti nel porto più vicino e con l’ausilio di una ditta specializzata.

Il comandante, invece, considerò il rifiuto di Grassi un atto di disobbedienza: per quel “no” passò 15 giorni in cella e, una volta tornato a Livorno, venne messo in ferie forzate per 60 giorni e poi trasferito a Genova dove ha lavorato per nove anni. Due anni fa il congedo perché la sua vita nella Marina era diventata impossibile, quindi la scelta di cercarsi un altro lavoro trovato come ingegnere civile. Ma il Tar pochi giorni fa ha dato ragione all’ex ufficiale cancellandogli la sanzione, sebbene non gli abbia riconosciuto il diritto al risarcimento.

Grassi, comunque, non ha mai abbandonato il sogno di una vita alla Marina: spera sempre di poter tornare nell’Accademia di Livorno per fare da insegnante agli ufficiali di domani.

 

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