Tangenti a Ottana: Riesame si riserva su scarcerazione indagati

Attesa entro lunedì 16 la pronuncia del Tribunale del Riesame di Cagliari sul ricorso presentato dagli avvocati dell’ex calciatore Renato Copparoni e dall’allora sindaco di Quartu Sant’Elena e già presidente dell’Ente acqua Sardegna (Enas), Davide Galantuomo, finiti agli arresti domiciliari con altre tre persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura del capoluogo sardo su una presunta corruzione per un impianto di energia rinnovabile da 9,5 milioni di euro, che è stato poi costruito e già inaugurato a Ottana.

Davanti al collegio presieduto da Tiziana Marogna, gli avvocati Guido e Federico Manca Bitti, difensori di Galantuomo, Riccardo Floris (Copparani) e Matteo Pinna (legali di Gianni Lolli e Luigi Betti, indagati di Modena e Forlì), hanno sollecitato l’annullamento dell’ordinanza del Gip Giuseppe Pintori che aveva disposto i domiciliari chiesti dai sostituti procuratori Emanuele Secci e Gaetano Porcu. Secondo le difese non ci sarebbero né i gravi indizi di colpevolezza né le esigenze di custodia perchè i fatti contestati sono lontani nel tempo, spiegano. Il pm Secci, invece, ha insistito per la conferma della misura cautelare. Galantuomo è accusato di aver incassato una tangente di circa 90 mila euro, prima tranche di una mazzetta complessiva di 135mila euro per l’appalto da 9,5 milioni.

Copparoni, invece, è indicato dalla Procura come il mediatore dell’affare. Coinvolto anche Salvatore ‘Tore’ Pinna, già finito nella maxi inchiesta della Procura di Oristano denominata Sindacolpoli. Pinna, ai domiciliari a Oristano e difeso dall’avvocato Leonardo Filippi, non si è rivolto al Tribunale del Riesame ma ha chiesto una revoca della misura cautelare direttamente al Gip. Lunedì 16 scadono i termini per le decisioni del Tribunale della Libertà.

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