C’è anche la pista passionale tra quelle seguite in queste ore dagli investigatori per dare un nome e un volto ai due killer che questa mattina a Orune, piccolo centro del nuorese, hanno ucciso a fucilate lo studente 19enne Gianluca Monni. Non è una pista privilegiata, fanno sapere i carabinieri, ma è certo che stanno vagliando il racconto degli amici e compagni di scuola della giovane vittima: sono stati loro a svelare che alcuni mesi fa Gianluca aveva avuto una brutta discussione, poi sfociata in una lite vera propria, con alcuni ragazzi del paese, probabilmente dei bulli, e in questa circostanza era stato costretto a difendere con forza la sua fidanzata.
È questo l’unico particolare saliente, un possibile appiglio per arrivare ad un movente plausibile, emerso finora nella vita di questo studente per il resto irreprensibile. I militari della Compagnia di Bitti e del Reparto Operativo del Comando provinciale di Nuoro, coordinati dal capitano Luigi Mereu, hanno già ascoltato una ventina di persone e stanno passando al setaccio le frequentazioni e le abitudini di Gianluca, sia ad Orune, dove viveva con la famiglia, che a Nuoro, dove studiava. Sentiti anche i compagni di scuola dell’Istituto professionale del capoluogo barbaricino frequentato dalla vittima. La salma dello studente si trova ora all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove nel tardo pomeriggio verrà effettuata l’autopsia affidata all’anatomopatologo Vindice Mingioni. Le indagini sono coordinate dal Procuratore della Repubblica di Nuoro Andrea Garau e dal sostituto Andrea Vacca.