Strage di Tempio, insieme alla chiave inglese sequestrati altri utensili di Frigeri

Era stata lasciata insieme a tanti altri arnesi nel garage e non era stata nascosta la chiave inglese sequestrata dai carabinieri del Sis, la sezione investigazioni scientifiche del Comando provinciale di Sassari al lavoro sul triplice omicidio di Tempio Pausania. L’arnese è stato rinvenuto alcuni giorni fa durante un minuzioso sopralluogo nel garage di Angelo Frigeri, l’unico ad essere finito in cella per la morte di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlio 12enne Pietro.

Ma gli specialisti del Sis non avrebbero portato via solo quell’utensile da lavoro. Secondo alcune indiscrezioni anche gli altri attrezzi trovati nel garage – si parla di un’intera batteria di utensili – in qualche modo compatibili con il ferimento delle tre vittime sarebbero stati sequestrati. “Oggetti” diversi, quindi, che saranno analizzati attentamente alla ricerca di eventuali tracce biologiche ma anche di una piena compatibilità con le ferite riscontrate sui cadaveri di padre, madre e forse anche del figlio, morti – ha accertato l’autopsia – per strangolamento.

Anche questi oggetti come le centinaia di reperti recuperati durante i vari sopralluoghi, saranno inviati al Ris di Cagliari per le successive analisi. Nel garage non sarebbero stati trovati vestiti o scarpe. Se la chiave inglese o qualsiasi altro utensile trovato nel magazzino fossero compatibili con il ferimento dei coniugi e del figlio, sarebbero stati portato nel magazzino solo in un momento successivo.

Oggi anche il sopralluogo dei carabinieri all’interno del negozio di scarpe della famiglia Azzena, nel centro storico della cittadina gallurese.

I militari hanno sequestrato pile di documenti che da una parte potrebbero aiutare gli inquirenti a spiegare il movente che ha mosso la mano dell’assassino, e dall’altra gli investigatori nella ricostruzione degli affari del capofamiglia. Un lavoro certosino, a cui hanno preso parte anche l’avvocato Giovanni Colli, difensore di Angelo Frigeri, e i legali nominati dalla famiglia delle vittime, Tore Diana e Filippo Orecchioni.

Quelli trascorsi sono stati giorni di analisi e verifiche all’interno delle abitazioni e dei locali utilizzati dalla famiglia Azzena e dall’operaio 32enne che ha portato al sequestro di una mole consistente di reperti, che ora verranno sottoposti ad accertamenti scientifici il cui risultato sarà fondamentale nella ricostruzione della dinamica del triplice delitto.

 

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