Strage di Tempio, gli affari (poco puliti) tra il presunto killer e Giovanni Azzena

Spuntano affari in comune tra Angelo Frigeri, il presunto killer della strage di Tempio, e Giovanni Maria Azzena, l’uomo di 50 anni ucciso nella sua casa di via Villa Bruna insieme alla moglie Giulia Zanzani, di 46, e al figlio Pietro, di 12. Il particolare emerge dalla Procura di Tempio che sta passando al setaccio carte e documenti, forse anche quelli stessi che l’artigiano arrestato ieri ha recuperato dal negozio di scarpe degli Azzena le stesse ore in cui avrebbe sterminato la famiglia. Cioè sabato, tra le 13 e le 15, quando è uscito per qualche minuto dall’appartamento, ripreso, senza saperlo, dalle telecamere della vicina gioielleria.

Per gli inquirenti (nella foto il tribunale di Tempio), non era roba pulita quella che univa killer e vittima. Dalla Procura parlano di “attività non del tutto lecite”. Precisamente si fa riferimento a “piccole truffe e raggiri” che sarebbero stati compiti nell’ultimo anno. Di certo, Frigeri e Azzena erano amici: si frequentavano abitualmente e l’artigiano in questi giorni stava anche facendo piccoli lavoretti elettrici nell’appartamento di via Villa Bruna.

Tramonta definitivamente la pista passionale, riportata ieri da alcuni organi di stampa, ma che non ha mai convinto gli investigatori. Anzi: proprio dalla Procura hanno fatto sapere che Frigeri e Giulia Zanzani, la moglie 46enne di Azzena, si conoscevano bene, ma tra loro non c’era apparentemente alcun legame amoroso.

Nella caserma dei carabinieri in via Don Sturzo e nel palazzo di giustizia proseguono intanto gli interrogatori delle persone chiamate in causa dall’artigiano arrestato: Frigeri aveva parlato di due napoletani e poi tirato in ballo un commerciante di Tempio che è già risultato estraneo al triplice delitto. Quanto ai racconti fatti da Frigeri sulle persone non sarde, i carabinieri vogliono vederci chiaro sino in fondo, tanto che hanno allertato sia l’aeroporto Costa Smeralda di Olbia che lo scalo portuale dell’Isola Bianca. Obiettivo: censire arrivi e partenze e raccogliere il maggior numero di elementi sulle identità delle persone citate dall’artigiano e sulle ragioni del loro arrivo in Sardegna, nel caso in cui questo sia davvero avvenuto.

Sul fronte giudiziario si registra invece la scelta di Giovanni Azzena di rinunciare all’incarico di avvocato difensore di Frigeri. “La decisione – ha spiegato – è legata a contrasti con il cliente sulla linea da seguire”. Azzena ha parlato anche di “coinvolgimento emotivo sulla vicenda, e questo non mi consente di proseguire l’incarico con la necessaria serenità”.

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