Strage di Nassirya, cerimonia a Sassari per ricordare i caduti

Celebrata oggi anche a Sassari la “Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”. Il 12 novembre è la data che coincide con il diciottesimo anniversario della strage di Nassiriya, l’attentato terroristico perpetrato in Iraq ai danni del contingente italiano su base Brigata “Sassari” durante l’operazione “Antica Babilonia”, in cui persero la vita 5 soldati dell’Esercito, tra i quali il capitano Massimo Ficuciello e il maresciallo capo Silvio Olla, entrambi della Brigata “Sassari”, 12 carabinieri, 2 connazionali civili e 9 iracheni.

In largo Paul Harris un picchetto d’onore della Brigata “Sassari” e del Comando provinciale dei carabinieri ha reso gli onori ai caduti con la deposizione di una corona d’alloro ai piedi del monumento, benedetta da padre Piero Pigozzi, seguita dalle note de “Il silenzio”, eseguite da un trombettiere del 3/o reggimento bersaglieri della Brigata. Oltre alle rappresentanze politiche, istituzionali e militari, alla cerimonia ha partecipato anche l’ex “sassarino” Gian Marco Carboni, medico chirurgo e medaglia d’argento al valor militare, che in quel drammatico 12 novembre del 2003 strappò alla morte un carabiniere rimasto coinvolto nell’attentato.

Anche il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas ha formulato “un commosso ricordo del Maresciallo Capo della Brigata Sassari Silvio Olla e delle altre vittime del vile e sanguinoso attentato compiuto contro i militari italiani”.

“Silvio Olla, giovane e coraggioso figlio della Sardegna, fu vittima, insieme ai colleghi, di uno degli eventi più tragici che hanno colpito le nostre Forze Armate. Altri due giovani militari della Brigata Sassari rimasero feriti – ricorda il presidente – Il Maresciallo Capo Olla aveva 32 anni ed era di Sant’Antioco, figlio di un maresciallo dell’Esercito e fratello di un carrista. Desideriamo onorare la sua memoria con profondo rispetto e con gratitudine – conclude Solinas – e ricordare in lui tutte le vittime delle Forze Armate impegnate nelle missioni di pace in varie parti del mondo”.

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