Stato d’agitazione al Brotzu, protesta dirigenti: “Disparità ingiuste e intollerabili”

La sanità continua a essere un tema caldissimo in Sardegna. Oggi l’intersindacale della dirigenza medica e sanitaria dell’Arnas Brotzu di Cagliari ha aderito alla protesta nazionale “Salviamo la sanità pubblica”. Poi ha organizzato, in concomitanza con la manifestazione di Roma, un’assemblea sindacale alla quale hanno partecipato quasi 200 persone per analizzare le numerose criticità che riguardano l’azienda ospedaliera e il servizio sanitario nazionale. Al termine dei lavori, l’assemblea ha deciso di proclamare lo stato di agitazione.

“Tra i temi – si legge in una nota della Cimo-Fesmed – che hanno suscitato maggiore rabbia, l’esiguità dei fondi aziendali della dirigenza sanitaria, a causa della quale il salario di risultato dei dipendenti del Brotzu è pari ad un decimo dei colleghi di altre aziende regionali”. Secondo i sindacati “una disparità di trattamento che risulta ingiusta e intollerabile, anche in considerazione della complessità che quotidianamente gli stessi specialisti si trovano ad affrontare”. L’azienda è il più grande e importante complesso ospedaliero dell’Isola.

Per l’adeguamento dei fondi aziendali della dirigenza sanitaria – ricorda Cimo Fesmed – a dicembre 2021 era stato siglato un accordo con la Regione, che tuttavia non è mai stato attuato. Inoltre – continuano i sindacati – sebbene sia stato firmato tre anni fa a livello nazionale, le aziende sarde continuano a non applicare il contratto di lavoro 2016-2018. “Anche i dirigenti del Brotzu – conclude la nota – condividono le ragioni della protesta nazionale e chiedono assunzioni per riempire i buchi di organico, migliori condizioni di lavoro e livelli essenziali di assistenza garantiti a tutti i pazienti. La sanità, finita la fase degli angeli e degli eroi, deve tornare ad essere centrale nell’agenda di governo”.

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