Sindrome da intestino corto e nutrizione artificiale, a Cagliari esperti a convegno

“La nutrizione artificiale nella sindrome da intestino corto (Sic)”. È questo il titolo del convegno-evento che si terrà il 10 novembre – a partire dalle 9 – nell’aula Thun dell’ospedale Microcitemico Antonio Cao di Cagliari. A raccolta, specialisti, operatori sanitari e istituzioni. L’iniziativa, realizzata con il contributo non condizionato di Shire (Azienda biomedica specializzata nelle malattie rare), è organizzata da Salvatore Murru, dirigente medico di Anestesia e Rianimazione all’ospedale Marino e delegato regionale della Sinpe (Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo).

“La nutrizione artificiale – spiega Murru – è una terapia medica ancora sottovalutata anche da molti operatori sanitari  e che si applica a pazienti fortemente malnutriti. La malnutrizione spesso è concomitante ad altre patologie e per questo motivo si può considerare oltre che malattia di per sé, anche una malattia nella malattia. La nutrizione artificiale, però, interessa pure coloro che non possono alimentarsi temporaneamente per via naturale, come ad esempio dopo un importante intervento chirurgico. Talvolta è da considerare come terapia ‘salvavita’ e sicuramente è fondamentale nel migliorare la qualità di vita delle persone che ne hanno necessità consentendo, in molti casi, di riprendere una vita lavorativa e di relazione”.

In Sardegna sul tema è arrivato di recente il grido dei pazienti di Anna (Associazione nazionale nutriti artificialmente) che “hanno richiamato l’attenzione su una situazione sanitaria frammentata e poco strutturata, senza percorsi terapeutici chiari e condivisi”, si legge in una nota.

“Nell’incontro – continua Murru – ci focalizzeremo sulla sindrome dell’intestino corto. In Sardegna ci sono pazienti con questa patologia che sono inseriti in nutrizione parenterale e, per quanto siano seguiti dalle cure domiciliari, non hanno un coordinamento. I pazienti che tornano a domicilio o i loro familiari si ritrovano spesso in difficoltà, sia nella gestione della nutrizione, sia nella fornitura di presidi o farmaci e soprattutto in situazioni di emergenza clinica. Sul territorio regionale i pazienti in nutrizione artificiale (parenterale o enterale) domiciliare sono a carico delle ‘cure domiciliari”, le quali, per le specifiche competenze richieste, avrebbero necessità di un coordinamento in una rete multidisciplinare”.

Al momento una rete non esiste. “Ci piacerebbe che da questo incontro e dal tavolo di lavoro nascesse una proposta che venisse recepita a livello di Regione e a livello di Ats per trovare un punto di coordinamento”, dice Paolo Moi, direttore della seconda Clinica pediatrica dell’Università di Cagliari. All’evento parteciperà pure Alessandra Rivella, presidente di Anna. “Non possiamo mancare in questo processo virtuoso che sta iniziando in Sardegna, per costruire una rete tra professionisti che possa coprire le esigenze sul territorio offrendo dei riferimenti certi nelle varie aree e formare medici che sappiano cos’è la nutrizione artificiale”.

La partecipazione all’evento dà diritto con 6,6 crediti formativi Ecm per medico chirurgo-gastroenterologia; chirurgia generale; chirurgia toracica; igiene degli alimenti e della nutrizione; scienza dell’alimentazione e dietetica; dietista.

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