Sindacalista nero ucciso in Calabria, in piazza a Cagliari il sindacato Usb

Dopo Abdel Salam a Piacenza, un altro lavoratore migrante, il ventinovenne maliano Soumaila Sacko, sempre in prima fila nelle lotte dell’Unione sindacale di base (Ubs) per i diritti dei braccianti della piana di Gioia Tauro, è stato ammazzato a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Il fatto è avvenuto domenica sera: il giovane era insieme ad altri migranti e cercava lamiere e cartoni vicino a una fabbrica dismessa per costruire la propria baracca. L’Usb, per ricordare le due vittime e “contro ogni violenza” ha organizzato anche a Cagliari una manifestazione. L’appuntamento è per martedì 5 giugno alle 17, davanti alla Prefettura, in piazza Palazzo a Cagliari.

“Nessun motivo dietro l’aggressione – scrivono dal sindacato -, nessun rapporto era mai esistito tra i migranti che si spaccano la schiena nella raccolta di agrumi della Piana e l’assassino. Basta la pelle nera, basta sapersi protetto e condiviso dalle dichiarazioni del neoministro degli interni Salvini, di quello prima Minniti e di quello prima ancora Alfano”. L’Usb fa rilevare: “Dire ‘è finita la pacchia‘, come nella dottrina Salvini, nuovo ministro del disordine, ha fatto scorrere il primo sangue ieri sera in Calabria. Soumaila Sacko è stato ucciso da una delle fucilate sparate da sconosciuti da una sessantina di metri di distanza. Un tiro al bersaglio – diversi i colpi esplosi – contro ‘lo straniero’, il nero cattivo da rispedire nel paese d’origine. Il triste seguito delle parole pronunciate dal nuovo ministro di polizia”.

Ancora nella nota di Usb: “Legittima difesa, respingimenti, pugno di ferro, fine della pacchia appunto. È sulla scorta di queste indicazioni che l’assassino ha ritenuto un suo diritto aprire il tiro al bersaglio su Soumaila e i suoi fratelli. Non c’è un unico responsabile, non c’è nessuna casualità: c’è invece un clima di odio costruito ad arte da chi cerca di scaricare sui migranti la rabbia di chi è colpito dalle politiche di attacco alle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie richieste dall’Unione Europea e poste in essere da tutti i governi”. Dalla sigla autonoma scrivono ancora: “Oggi è toccato a un sindacalista nero, domani potrebbe toccare a un sindacalista bianco o a chiunque lotti per i suoi diritti e per la propria emancipazione dalla schiavitù”.

[Foto d’archivio]

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