Servitù militari, nessun accordo sulle esercitazioni. Strappo nel Comipa

La riunione si è conclusa in modo brusco: con l’abbandono del tavolo da parte dei membri civili del Comipa (Comitato paritetico misto per le servitù) in cui siedono anche rappresentanti della Regione, demanio e forze armate. In ballo c’è il calendario delle esercitazioni nelle basi militari sarde (Poligono di Quirra, Teulada e Capo Frasca) previsto per gli ultimi mesi dell’anno, nonché il progetto Siat con la costruzione di “villaggi nemici” per la guerra simulata e le bonifiche – o meglio, la raccolta di inerti. A condurre fino allo strappo sarebbero stati i toni utilizzati su varie questioni tra cui l’aperture delle spiagge a ridosso delle servitù militari: un tema che torna con vigore a inizio stagione. Il sì al precedente accordo era legato al via libera sugli arenili chiuso causa esercitazioni: in particolare Murtas sulla costa orientale, frazione di Quirra, Capo San Lorenzo e nel Sulcis, la spiaggia degli americani e Porto Tramatzu. Ebbene: i civili possono metterci piede non dal primo giugno, come inizialmente previsto, ma solo dal 21, ormai a fine mese. Il tutto grazie a un accordo diretto tra Difesa e comuni, senza ulteriori consultazioni o pareri – seppur non vincolanti. L’elenco delle promesse non mantenute è lungo: osservatori ambientali alle esercitazioni mai abilitati, il ritardo negli indennizzi, bonifiche al palo. In generale i membri civili del Comipa indicano un confronto poco “paritetico”.