Avevano creato all’interno di un capannone una piccola “fabbrica” abusiva per lavorare i cetrioli di mare da destinare ai ristoranti del Cagliaritano, violando la normativa sulla pesca delle oloturie e tutte quelle relative alle norme igienico sanitarie, alla tracciabilità e alla conservazione degli alimenti.
Lo hanno scoperto gli ispettori del Reparto operativo della Guardia Costiera di Cagliari che hanno sequestrato il capannone ad Assemini. Segnalati all’autorità giudiziaria un cittadino italiano, che aveva in uso lo stabile, e un cinese. Il blitz è avvenuto dopo una serie di appostamenti che hanno consentito di individuare la “fabbrica” illegale. O
Oltre all’edificio sono stati sequestrati circa 5000 cetrioli di mare in fase di essiccazione, 150 confezioni pronte al commercio e circa 600 oloturie ancora vive che successivamente sono state rigettate in mare. L’operazione arriva nove giorni dopo dall’emanazione del decreto del ministero delle politiche Agricole alimentari e forestali che vieta pesca, detenzione, trasbordo e sbarco degli esemplari appartenenti alla classe “holothuroidea” fino alla data del 31 dicembre 2019. Sono in corso le indagini per individuare i pescatori che hanno raccolto i cetrioli di mare e i destinatari finali. Quasi sicuramente si tratta di ristoratori, probabilmente di etnia cinese, popolo che considera l’oloturia una prelibatezza culinaria tanto da essere introdotta in alcuni ricettari in virtù delle decantate proprietà afrodisiache che hanno contribuito ad elevarne il prezzo sui mercati nazionali e internazionali.
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