Satira e web, ecco i nuovi autori sardi: “Guai a ridere sui vegani e sui grillini”

Guai a prendere in giro i vegani e i grillini sul web, potrebbero scatenare un inferno di post e commenti cattivissimi. Non sono da meno anche gli elettori del PD, che difendono a spada tratta Renzi e compagnia anche quando in fondo non ci credono nemmeno loro. Per non parlare dei nazi-cattolici, delle nazi-femministe, dei nazi-ambientalisti: vietato toccare qualcosa che ci piace, la satira fa ridere solo quando si ride degli altri.

La comunicazione satirica nella sua versione 2.0 è stata raccontata ieri a Cagliari nell’incontro Satyri.com, ospitato nella sala Cosseddu dell’Ersu, in via Trentino: una chiacchierata tra il serio ed il faceto moderata dal giornalista Alberto Urgu a cui hanno presenziato alcuni dei protagonisti più noti della satira in Sardegna. E, considerando il successo strepitoso e la valanga di like e follower sui social network possiamo parlare di una nuova ondata di giovani autori satirici sardi che si sono ritagliati un posto di tutto rispetto nel panorama nazionale: che dire, per esempio, della pagina Facebook di Jenus con i suoi duecentomila lettori o di Feudalesimo e Libertà che vende merchandising in tutta Italia con t-shirt dedicate alla peste nera e spillette di Carlo Magno?

Difficile fare satira oggi, c’è una grande confusione tra realtà e finzione, virtuale e reale: ne sanno qualcosa i redattori di Lercio.it, quotidiano di (falsa) informazione che prende spunto da notizie vere: “Sciopero dei tassisti contro il teletrasporto:  prima o poi ci toglierà il lavoro'”; “Dalì fuma una pipa e disegna orologi molli. Magritte: Non era una pipa'”; “Italia: sgominato culto che chiedeva ai fedeli denaro in cambio della salvezza eterna”. Sono questi alcuni dei titoli pubblicati di recente sul giornale. “Spesso i lettori credono a quello che scriviamo – sottolineano Gianni Zoccheddu e Alessandro Cappai della redazione sarda di Lercio, che conta una trentina di collaboratori in tutta Italia – e allora si scatena il caos. Qualche settimana fa abbiamo dato la notizia “Renzi parla a Strasburgo in inglese e per sbaglio dichiara guerra all’Ucraina”: sono arrivati tantissimi post contro il premier e la politica italiana, come se la notizia fosse reale. Questo dimostra che Internet è uno strumento utilissimo, ma in troppi non leggono con attenzione o non verificano quello che trovano sulla Rete”.

Stesso “problema” anche per Feudalesimo e Libertà: cinque giovani isolani hanno creato un sito, una pagina Facebook e tantissime locandine con slogan promozionali su temi medioevale, alcune dedicate alla Sardegna. In chiave satirica, ecco la battaglia per il ritorno a una società feudale dominata dalla “unica Luce che puote rischiarar lo cammino delle genti, lo Imperatore”, un appello da alcuni presa seriamente. Arrivano quindi i detrattori, gli hater (come vengono chiamano i commentatori seriali della rete) o gli “iracondi” come invece li definiscono Bernardo Guy e Walther Von der Wagelveide di FeL: “Ci sono tantissime persone convinte che realmente vogliamo tornare alla caccia con l’arco o togliere il diritto di voto alla plebe: qualche tempo fa qualcuno ha minacciato di denunciarci per attentato alla Costituzione”.

Gli hater sono preziosissima linfa vitale per la satira su Internet: “Ricevo tanti complimenti per i miei fumetti, ma quello che mi fa andare avanti sono i detrattori che criticando e polemizzando danno una grandissima visibilità ai miei lavori” ricorda Don Alemanno, mente della fortunatissima serie a fumetti Jenus di Nazareth e cultore delle sacre scritture. “Dato che racconto in chiave ironica le vicende della Bibbia, i miei hater sono soprattutto i catto-bigotti, capaci di creare discussioni interminabili sul nulla. Quello che mi stupisce è che le persone si arrabbiano molto se prendo in giro il clero e gli ordini religiosi, molto meno se ironizzo sui dogmi della religione: questo ci fa capire che c’è un grande indottrinamento sul potere più che sui valori culturali della stessa chiesa”.

Un caso a parte la pagina dei Marxisti per Tabacci: il profilo su Facebook nasce per caso con qualche fotomontaggio di Bruno Tabacci in chiave marxista, da allora arriva un grande successo di pubblico che commenta e condivide post e grafiche. Qualcuno ha anche preso seriamente il gruppo invitandolo in tv e radio, e non si trattava di utenti distratti della Rete ma di giornalisti e politici: sono stati ospiti in radio su Caterpillar, in tv a Ballarò. “Abbiamo notato in Tabacci un profilo decisamente socialista, da qui sono nati i fotomontaggi che lo ritraggono nelle vesti di Stalin o accanto a Fidel Castro. Il tutto è stato pensato dopo una serata trascorsa da Pizza ’74 a Cagliari”.

Quali limiti per la satira? Si può ironizzare veramente su tutto? “L’unica cosa che non scrivo sono le bestemmie – commenta Don Alemanno –  a parte un unico caso in cui ho fatto bestemmiare uno dei miei personaggi contro Odino. Quando poi ho conosciuto un gruppo di seguaci del culto di Odino ho smesso di scrivere bestemmie anche contro di lui, non si sa mai. Per il resto disegno e scrivo tutto, purché mi faccia ridere”

Francesca Mulas

 

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