Per passare dall’industria petrolchimica all’economia legata all’acqua, all’agricoltura, alla produzione di energia idroelettrica e al turismo, l’associazione Salute Ambiente Arianoa ed il Partito dei Sardi della costa sud occidentale ha raccolto in quattro giorni duemila firme a sostegno di una petizione che chiede al presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Obiettivo: portare a termina i lavori sulla diga Sa Stria di Monti Nieddu, nel Comune di Sarroch, che dovrà contenere oltre 23 milioni di metri cubi d’acqua. La sottoscrizione è stata consegnata all’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda.
Dopo 50 anni i lavori sono ancora fermi e attualmente la nuova gara da 60 milioni di euro bandita dal Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale è stata aggiudicata alla ditta Astaldi che dovrebbe concludere i lavori in circa due anni. “Ora, però, è intervenuta un’iniziativa dell’Unione europea, sollecitata da alcune associazioni ambientaliste, che ha chiesto chiarimenti all’amministrazione regionale sulla mancata sottoposizione del progetto alla procedura di Valutazione di impatto ambientale – ha spiegato l’assessore Maninchedda -. Cinquant’anni fa la normativa non prevedeva il passaggio al Via, mentre oggi un’opera di questo tipo dovrebbe essere sottoposta alla valutazione. La diga è ancora attuale perché proprio in quell’area manca il completamento dell’anello di congiunzione tra gli invasi”.
Maria Beatrice Piddia, presidente dell’associazione, ha osservato che “i lavori hanno bloccato e distrutto lo sviluppo del territorio storicamente a vocazione agricola compiendo uno scempio ambientale e sconvolgendo l’area. Oggi lasciare quest’incompiuta sarebbe un altro disastro”.