Sardegna Uno, l’azienda annuncia tredici licenziamenti

Cinque giornalisti, quattro tecnici, quattro operatori, due dipendenti dell’area produzione, uno dell’area tecnica e uno dell’amministrazione. Sono i tredici lavoratori di Sardegna Uno che a breve, secondo quanto annunciato oggi dall’azienda, si troveranno senza lavoro. Si tratta della metà dei lavoratori dell’emittente televisiva. Il primo incontro per l’avvio della mobilità dei dipendenti della Tv è già stato fissato per lunedì prossimo, 10 febbraio, nello studio del legale dell’azienda, l’avvocato Giuseppe Macciotta.

L’azienda ha annunciato “una radicale e dolorosa fase di ristrutturazione organizzativa, per la prosecuzione di una valida e alternativa proposta editoriale”, si legge in una nota. Una svolta drammatica dunque nella vertenza di Sardegna 1, con i lavoratori da 124 giorni in mobilitazione, tra scioperi e incontri pubblici per illustrare le loro ragioni, in lotta per chiedere il pagamento degli stipendi e garanzie per il futuro. Oggi la doccia fredda arriva dalla nuova proprietà dell’emittente, che ha confermato le difficoltà e la volontà di proseguire l’attività con una “radicale e dolorosa” ristrutturazione.

“Questa è la conferma di un disegno già prestabilito – dicono i lavoratori – e per questo, negli ultimi mesi, da parte dell’azienda c’è stato un silenzio assordante. Ora, il perché è chiaro: hanno atteso la scadenza dei contratti di solidarietà (validi fino al 31 gennaio scorso, ndr) per poi passare ai licenziamenti. Hanno scelto il modello di una tv per così dire più ‘leggera’. Tutto questo arriva dopo vari atti ritorsivi, ad esempio l’esclusione dalla conduzione del telegiornale dei colleghi che hanno descritto alla stampa la situazione della nostra emittente”. La posizione dei dipendenti sarà illustrata oggi durante una conferenza stampa convocata alle 17 nella sede cagliaritana dell’Assostampa.

Di contro, l’azienda attacca i lavoratori: “Sardegna Uno vive, ancora una volta, una acuta fase di difficoltà, ma lotterà, anche in questa occasione, affinché la pluralità dell’informazione non venga messa in crisi. La tv continuerà ad esistere – hanno aggiunto – dotandosi di un nuovo modello organizzativo, in assenza di imprenditori disposti a ripianare annualmente le perdite con proprie risorse personali. In merito alla scelta della nuova proprietà, di non rispondere pubblicamente alle accuse e alle continue provocazioni, in una anomala attenzione delle altre testate giornalistiche, rispetto ad analoghe e ancor più gravi situazioni di crisi nel settore, si ribadisce la convinzione che l’unico modo per risolvere i problemi sia impegnarsi fattivamente alla risoluzione degli stessi. I nuovi editori si dissociano da ogni forma di spettacolarizzazione mediatica, dal trascinamento dell’Azienda in polemiche sui social net, dalla strumentalizzazione dello stato di crisi avviata nei confronti della politica, così come da una campagna di svilimento dell’immagine di un’impresa che vive di immagine. La proprietà ha dato ampia disponibilità al Prefetto per il suo, purtroppo vanificato, tentativo di portare la vertenza dei lavoratori su un tavolo di concertazione. Spiace constatare che parallelamente ad una imponente campagna di comunicazione perpetrata ai danni di Sardegna Uno da una parte dei suoi stessi lavoratori, non abbia mai trovato spazio ne da parte loro ne da parte delle organizzazioni sindacali, l’ipotesi di richiedere all’Azienda, fin dallo scorso ottobre, un solo incontro interlocutorio. Ben conoscendo la disponibilità della Nuova proprietà non solo al dialogo ma anche a fare fronte unico con i lavoratori per la pretesa delle spettanze dovute all’Azienda dagli Enti Pubblici”. “L’auspicio – hanno concluso – è di addivenire ad un possibile dialogo civile, utile a gestire insieme un nuovo inizio. Le solide fondamenta di Sardegna 1 dovranno attraversare inevitabilmente una radicale e dolorosa fase di ristrutturazione organizzativa, per la prosecuzione di una valida e alternativa proposta editoriale”.

Pigliaru. “Solidarietà ai lavoratori di Sardegna 1. Non è accettabile che si spenga così una voce”. Così il candidato presidente del centrosinistra alle regionali del 16 febbraio, Francesco Pigliaru, commenta su Twitter.

Cappellacci. Ugo Cappellacci ha chiesto il blocco immediato dei licenziamenti di 13 lavoratori di Sardegna Uno. È detto in una nota della Regione che Cappellacci “si è attivato per avere tutti gli elementi sull’improvvisa svolta negativa della vertenza dell’emittente”. “E’ una vicenda che presenta aspetti complessi, stante anche il recente passaggio di proprietà – sottolinea il governatore uscente -. A riprova dell’attenzione che merita un tema che attiene al principio fondamentale in democrazia della pluralità delle voci, nei giorni scorsi abbiamo approvato una delibera per acquisire al servizio di Digital Library la seconda trance di un gruppo di filmati prodotti dell’emittente. A questo punto, prima di procedere in ulteriori iniziative e approfondimenti, è indispensabile sgombrare il campo dal ‘macigno’ dell’avvio delle procedure di licenziamento. Siamo pronti ad un confronto a tutto campo ma la precondizione – conclude Cappellacci – è che si proceda a ‘bocce ferme’, ritirando i provvedimenti annunciati stamane”.

Fnsi e Assostampa. La Fnsi e l’Associazione della Stampa sarda respingono con fermezza i licenziamenti a Sardegna Uno Tv e denunciano “un atteggiamento aziendale che ancora una volta scarica sui lavoratori il peso di una gestione inadeguata, nonostante i rilevanti contributi pubblici regionali e statali incassati sotto varie forme”. In una nota, il sindacato dei giornalisti ricorda che “i lavoratori di Sardegna Uno hanno subìto per due anni il Contratto di solidarietà che ha ridotto il loro stipendio del 33%. Ma neppure questo è bastato. Anzi si sono dovuti rivolgere alla magistratura per il mancato versamento dei contributi al Fondo integrativo ed ora è in corso una indagine della Procura della Repubblica. Il nuovo atto aziendale non è, a questo punto, più un’operazione solo di carattere giuslavoristico o socio-economico. Una verifica sulla catena storica delle responsabilità sarà inevitabile. A tutto questo l’Azienda ha risposto con il silenzio, facendo saltare con un pretesto anche l’incontro convocato dal Prefetto di Cagliari per un esame della situazione”. “Fnsi e Associazione della Stampa Sarda denunciano ancora pubblicamente l’azione di crumiraggio del direttore della testata che, nonostante lo sciopero dei giornalisti, assieme ad un solo collega, manda in onda il Telegiornale, evidentemente incompleto, creando un pregiudizio grave all’immagine dell’Azienda. Il sindacato dei giornalisti, nel manifestare totale solidarietà ai lavoratori colpiti dal provvedimento, attiverà, di concerto con i sindacati confederali, gli strumenti legislativi consentiti e metterà in campo tutte le iniziative necessarie per far rientrare un provvedimento che non solo danneggia l’emittente, ma crea un pregiudizio grave sul mantenimento del pluralismo nell’informazione in Sardegna”.

Intanto ieri i dipendenti di Sardegna Uno sono intervenuti al Teatro Lirico di Cagliari poco prima del concerto di Massimo Ranieri per spiegare della ragioni della protesta, che va avanti dal 3 ottobre scorso con la proclamazione dell’assemblea permanente e dopo oltre venti giorni di sciopero. Poche ore prima, i dipendenti di Sardegna Uno avevano fatto visita alla redazione di Sardinia Post, che desidera esprimere solidarietà ai colleghi.

 

 

 

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