Le richieste di rinvio a giudizio sono partite: e nell’elenco degli undici ci sono pure Gianmarco e Massimo Moratti, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Saras. Nel Tribunale di Cagliari il fascicolo aperto riguarda la morte di Pierpaolo Pulvirenti, l’operaio di Catania morto a 24 anni l’11 aprile del 2011, mentre faceva la manutenzione all’impianto “Dea3” a Sarroch.
I fratelli Moratti (peraltro pronti a dividere in due il controllo della Saras) sono accusati di omicidio colposo: secondo il pm Emanuele Secci avrebbero violato “le norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro”. Non solo: stando a quando scritto dal pubblico ministero, la Saras – di qui la responsabilità dei massimi vertici aziendali – “non avrebbe impedito il formarsi di concentrazioni di gas”, racconta oggi L’Unione Sarda in edicola.
Quel giorno di aprile, l’operaio era stato travolto da una nube di idrogeno solforato: aveva perso i sensi ed era caduto a terra da una quindicina di metri. Ma i soccorsi si rivelarono inutili, visto che poi era morto ore dopo all’ospedale. In quell’incidente rimasero coinvolti, senza gravi conseguenze, anche altri due lavoratori: uno si era intossicato, l’altro si ferì leggermente nel tentativo di aiutare i compagni di lavoro.