Sacchetto in testa, bimba rischia la vita: si fa largo ipotesi di un gioco finito male

È una bimba che vive assieme alla sua famiglia nel campo nomadi di Piandanna, alla periferia di Sassari, la piccola che dallo scorso 6 giugno lotta tra la vita e la morte nell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova dopo aver rischiato il soffocamento a causa di un sacchetto di plastica che, per motivi e con tempistiche ancora in corso di accertamento, le ha cinto la testa mentre si trovava nel suo lettino.

Stando alla versione fornita dalla madre agli inquirenti, la bimba dormiva mentre lei stava cambiando il vestitino ad un altro dei suoi 4 figli. Quando si è accorta di quello che stava succedendo, la donna ha provato assieme al marito a rianimare la piccola, poi la chiamata al 118 e la corsa al pronto soccorso pediatrico dell’Aou di Sassari. La piccola è arrivata in condizioni gravissime: fredda, battito assente, praticamente morta. I sanitari hanno impiegato 12 minuti per rianimarla. Poi è stato attivato il volo a bordo del quale è stata trasferita a Genova, dove ancora si trova in condizioni disperate. I medici stanno comunque facendo di tutto per salvarle la vita.

Sulla vicenda ha aperto un’inchiesta la Procura di Sassari, titolare è il sostituto procuratore Paolo Piras, esperto di questioni sanitarie. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Nas, impegnati a ricostruire le fasi dei soccorsi e tentare di capire in che modo si sia verificato l’incidente. Una delle ipotesi è che sia stato un altro fratellino, per gioco, a infilare il sacchetto sulla testa della bimba. Della vicenda si occupa anche la Procura minorile. La procuratrice Luisella Fenu ha chiesto al presidente del tribunale dei minorenni, Guido Vecchione, la sospensione immediata della responsabilità genitoriale di padre e madre, assistiti dagli avvocati Maria Paola Cabizza e Giuseppe Onorato. L’udienza è stata fissata per l’1 luglio.

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