Rivolta no slot a Sassari: la nuova sala diventa un caso politico

A Sassari la spesa complessiva per giocare con slot machine e videolottery ha raggiunto quota 76 milioni di euro nel solo 2012. Una cifra enorme. Un primato di cui non andare fieri, che spiega molto chiaramente il clima che si respira tra i cittadini, la disperazione di chi sceglie di affidare al gioco d’azzardo i risparmi di una vita. Ma ci sono anche imprenditori che, leggendo questi stessi dati, hanno reagito con entusiasmo. Hanno fiutato l’affare, per così dire, e hanno deciso di investire. Ecco perché tra poche settimane in via Varbabasso, nel popoloso quartiere di Carbonazzi, ci sarà l’inaugurazione di una nuova sala giochi, chiamata “Winner 21“. Non una sala come le altre, ma una mega struttura con tutte le comodità: bar, ristorante, sala fumatori e ovviamente comodi parcheggi per i clienti. Tutto regolare, con tanto di licenza governativa e autorizzazioni comunali.

nuova_salaslot

Per molti, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Su Facebook in pochi giorni centinaia di persone si sono riversate sul gruppo “Sassari No Slot” per esprimere proposte, idee e iniziative contro il gioco d’azzardo patologico. E la battaglia ha anche aperto un caso politico tutto interno alla maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco Nicola Sanna (Pd). Fra i titolari della società che gestirà la sala giochi “Winner 21” ci sono infatti i figli di Stefano Perrone, consigliere comunale del Pd e per nove anni assessore alle Manutenzioni nella giunta Ganau. La consigliera Lalla Careddu (Città futura), intervenendo su Facebook, ha dichiarato senza mezzi termini la propria contrarietà. “Di chiunque sia questa cattedrale – ha scritto commentando una foto della nuova struttura – io sono fortemente contraria. E’ inutile approvare mozioni sulle ludopatie o concepire campagne di sconti per chi rinuncia alle slot se poi sorgono queste cose”. L’intervento non è stato gradito da Perrone che, il giorno seguente, ha telefonato alla collega con tanto di minaccia di querela.

L’episodio ha gettato nuova benzina sul fuoco. Il sindaco Nicola Sanna (Pd), da parte sua, ha ricordato che il Comune di Sassari è apertamente schierato contro il gioco d’azzardo patologico, grazie a un ordine del giorno approvato nel 2014 per promuovere il contrasto al gioco d’azzardo e grazie a un apposito regolamento approvato dal Consiglio comunale nel febbraio 2015, con cui l’amministrazione concede uno sgravio di mille euro sulle tasse locali ai negozianti che fanno fuori le slot dai loro locali. Ma è anche vero che finora queste iniziative non hanno risolto il problema. A un anno dall’entrata in vigore del provvedimento nemmeno un commerciante ha sposato l’iniziativa del Comune.

Alla luce di questi dati, l‘Irs è sceso in campo per fare pressing sulla giunta Sanna tramite il portavoce sassarese Simone Maulu, “È arrivato il momento che l’Amministrazione comunale di Sassari inizi a compiere atti di coraggio e quindi a prendere posizioni chiare anche per quanto riguarda il gioco d’azzardo. Tutti sappiamo – ha affermato – che i giocatori affetti da ludopatia, vengono curati al Serd da veri e propri specialisti, di conseguenza autorizzando l’apertura di questi luoghi che son dei veri e propri santuari del gioco d’azzardo non si fa altro che agevolare la malattia per poi curarla gravando peraltro sempre sulla spesa pubblica. Alcuni sindaci, anche in Sardegna, hanno fatto una scelta etica eliminando le slot machine dai propri paesi riducendo notevolmente i casi di malati di gioco. Il Comune di Montresta, per esempio, già diversi anni fa ha avviato un percorso partecipato con la popolazione sul tema del gioco d’azzardo. Il sindaco, stanco di vedere compaesani andare sul lastrico per via delle slot e stanco di sentire i baristi ripetere la cantilena “se non lo fanno nel nostro paese lo fanno altrove” ha deciso di aprire un dibattito pubblico che poi ha portato ad un referendum popolare e all’approvazione di un regolamento per eliminare i videopoker. Sassari – ha concluso Simone Maulu – ha bisogno di centri culturali, di cinema, di scuole di musica, di laboratori d’arte e di centri che ci arricchiscono culturalmente, non di sale slot che ci impoveriscono sia a livello economico che intellettuale”.

Intanto, anche i cittadini della zona iniziano ad esprimere preoccupazione. Molti residenti di via Vardabasso e dintorni sono stati a Palazzo Ducale per protestare contro la nuova “Las Vegas sassarese”. La maggior parte di loro si chiedono se la nuova apertura possa turbare la tranquillità della zona, ma c’è anche chi pensa ai figli appena maggiorenni, agli anziani fragili, a chi è già in cura per la dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Da qui, l’esigenza di informarsi e di chiedere risposte efficaci alla politica. Tra le varie iniziative pubbliche organizzate in questi giorni, è previsto un incontro che si svolgerà sabato 27 febbraio a partire dalle 10 nell’area coworking di via Roma 105 per fare il punto sulla situazione. Sarà presente il consigliere regionale Salvatore Demontis (Pd) per discutere e implementare la sua proposta di legge su “Disposizioni finalizzate a prevenire, contrastare e curare il gioco d’azzardo patologico in Sardegna”.

Michele Spanu

@MicheleSpanu84 on Twitter

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