“Scoprimmo che la società Lucky 23 era stata creata un mese prima dell’acquisto dell’omonima barca e che aveva tra i beni solo quell’imbarcazione da 600mila dollari”. Carmela Latti, uno degli investigatori dell’Agenzia delle Dogane che sequestrò il secondo yacht dell’ex presidente del Cagliari, Massimo Cellino, ha testimoniato questo pomeriggio al processo che vede imputato l’attuale patron del Leeds United, accusato di contrabbando per aver importato dagli Stati Uniti l’imbarcazione senza pagare l’Iva. “Il Lucky 23 era stato importato nel maggio 2011 in un container – ha ricordato in aula l’investigatrice – Scaricato dalla nave a Savona era poi stato portato in Sardegna qualche mese dopo. Dalle nostre verifiche abbiamo scoperto che era stata costruita nel 1995, ma il valore era stato dichiarato dalla stessa società”.
Assistito dagli avvocati Giovanni Cocco e Giorgio Altieri, l’ex patron rossoblù oggi non era in aula. Al termine dell’udienza il pm Andrea Massidda ha contestato a Cellino una nuova aggravante relativa alla cifra particolarmente elevata dell’evasione, che è pari a 84.122 euro. Il Lucky 23 era stato sequestrato dalla Procura nel luglio dello scorso anno. L’accusa è sempre quella di evasione dell’Iva all’importazione, regolata dalla legge anticontrabbando (art. 292 del Testo unico delle leggi doganali “altre forme di contrabbando”). Cellino avrebbe comprato lo yacht negli Stati Uniti, per poi ormeggiarlo nel porto di Sant’Antioco (Sulcis) ma non avrebbe mai versato l’imposta di 84.122 euro. La prossima udienza è fissata per il 16 ottobre a mezzogiorno. L’ex presidente del Cagliari è già stato condannato in primo grado, per un’altra barca, al pagamento di una multa di 600 mila euro per evasione sull’Iva relativa all’importazione del natante sempre dagli Usa. (Ansa).