Peculato, cambia imputazione per Cappellacci e l’assessora Zedda

Nella prima udienza dibattimentale i pubblici ministeri Emanuele Secci e Diana Lecca hanno modificato una delle imputazioni: non più il solo peculato, ma il peculato contestato assieme all’induzione in errore. Questo perché – come aveva segnalato il gup, Giorgio Altieri accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio – gli imputati non avevano la disponibilità del denaro, principio cardine del reato di peculato.

Si è aperto così davanti alla seconda sezione del Tribunale di Cagliari il processo nei confronti di sei persone, tra cui il deputato di Forza Italia e attuale coordinatore regionale del partito, Ugo Cappellacci, accusato di corruzione e peculato, e l’assessora regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, anche lei di Fi, accusata solo di peculato.

I due esponenti azzurri sono coinvolti nell’inchiesta su una presunta tangente da 80mila euro legata all’assegnazione di contributi pubblici quando Cappellacci era presidente della Regione e Zedda assessora dell’Industria. Dopo la modifica del capo di imputazione si è levata l’eccezione dell’avvocato, Patrizio Rovelli, difensore del commercialista Robeto Bonanni, che ha sottolineato come la nuova formulazione rappresentasse di fatto un’ipotesi di truffa, ormai prescritta.

Il collegio, presieduto da Giovanni Massidda, ha rinviato l’udienza al 7 luglio per rinnovare le notifiche agli imputati sul cambio di imputazione. Non erano presenti in aula né Cappellacci né Zedda. Secondo i pm che hanno coordinato le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Finanza, il primo avrebbe incassato una tangente in cambio di un intervento prima sul manager del fondo scelto dalla Regione per gestire i finanziamenti Por e successivamente sull’allora assessora Zedda.

Il tutto per garantire – sempre secondo l’accusa – un finanziamento di 750mila euro di fondi europei alla società “Fm fabbricazioni metalliche” malgrado non ne avesse diritto. L’avvocato Guido Manca Bitti difende, oltre all’ex governatore Cappellacci, anche i commercialisti Piero Sanna Randaccio e Tonino Tilocca, mentre Massimiliano Ravenna assiste Flavio Mallus. Destinata a cadere, invece, la contestazione minore per il commercialista Sergio Vacca – difeso anch’egli da Manca Bitti – che è stata stralciata dai giudici perché prossima alla prescrizione.

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