Operaio di Assemini bruciato vivo: condannata anche la presunta amante

Sedici anni di reclusione sono stati inflitti dal Gup del tribunale di Cagliari, Giuseppe Pintori, a Gianfranco Batzella (nipote di Niveo a processo in Corte d’Assise) per il concorso nell’omicidio dell’operaio della Vesuvius di Assemini, Sergio Tronci, prima picchiato a sangue poi legato e bruciato vivo in un’auto nel 2004 a Ortacesus. Sei anni e otto mesi, invece, per Lucia Pitzalis, moglie di Niveo Batzella, la presunta amante dell’operaio accusata di averlo attirato nella trappola mortale.

Sono state accolte per intero, dunque, le richieste del pm Rosanna Allieri nel processo in abbreviato che si è celebrato a porte chiuse. Un secondo processo, invece, si sta celebrando nei confronti del presunto capobanda Niveo Batzella in Corte d’Assise, dopo la condanna all’ergastolo inflitta a quest’ultimo in primo grado anche per l’omicidio di Gianluca Carta. Ora bisognerà attendere le motivazioni della condanna emessa dal Gup Pintore, anche perché la stessa Pitzalis, oggi condannata per l’omicidio, risulta vittima del marito in un altro processo nel quale a Batzella viene contestata la riduzione in schiavitù della moglie.

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